La Fiorentina ufficializza l’acquisto di Gennaro Gattuso come nuovo tecnico per la stagione 2020/2021 con un contratto di 2 anni con opzione per il terzo.
L’arrivo del tecnico calabrese ha portato nuovo entusiasmante all’interno del pianeta viola. Le novità si preannunciano essere molte, anche perché i principi di gioco del neo tecnico viola impongono profonde riflessioni sulla rosa della squadra in quanto si tratterà di un approccio alla partita e dal punto di vista tattico e tecnico assai diverse.
Cerchiamo insieme di comprendere la filosofia di gioco di Gattuso e la sua visione del calcio:
MODULI DI GIOCO
Statico: 4-2-3-1
Fase di possesso: 2-3-2-3
Fase di non possesso: 4-5-1 / 6-3-1
FASE DI POSSESSO
Costruzione
Il Napoli costruisce la propria azione sempre dal basso. Soprattutto dalle rimesse dal fondo, si può capire come il portiere del Napoli abbia una grande importanza nella fase di costruzione agendo praticamente quasi da libero ed avendo un ruolo fondamentale nella costruzione, in quanto partecipa molto attivamente a questa essendo un punto di scarico per chi è in possesso di palla. I due centrali del Napoli, in questo caso Di Lorenzo e Manolas, si posizionano quasi sulla stessa linea del portiere per iniziare a costruire l’azione mentre i due terzini, nella partita in questione Hysaj e Mario Rui, sono molto larghi dando ampiezza già dalla fase di costruzione. Su una seconda linea ci sono due centrocampisti, di regola il perno basso di centrocampo (Demme o Lobotka o, a volte, Fabian Ruiz) ed una mezz’ala.
Nel momento in cui parte l’azione, la palla è spesso destinata ai due terzini dove hanno più possibilità di scarico in cui, tra le varie opzioni, possono ritornare dal centrale vicino di difesa, appoggiarsi al centrocampista che si è proposto o andare lungolinea sull’attaccante esterno della fascia di competenza. La mezz’ala che non partecipa alla costruzione del gioco si trova proiettata già in fase offensiva mettendo pressione alla linea di difesa avversaria insieme al trio d’attacco dove, Insigne e Politano sono molto larghi e possono diventare punti di scarico per i terzini. Essendo la squadra avversaria molto attratta dal recuperare il pallone in vicinanza dell’aria di rigore, può capitare che gli avversari si trovino spezzati in due blocchi, uno che nella fase di costruzione partenopea è impegnato a fare pressing, e l’altro spezzone che in quel momento è impensierito dai quattro calciatori del Napoli che stanno già portando pressione alla linea di difesa.
In questo caso, se il Napoli riesce in fase di costruzione a superare le linee di pressing avversaria e il reparto offensivo riesce a dare profondità alla squadra tenendo impegnati i difensori avversari, si creerà uno spazio importante dove il Napoli può già pensare di andare ad impensierire la squadra avversaria, motivo per il quale si accetta il rischio di palleggiare in una zona di campo estremamente delicata con la prospettiva di trovarsi anche in condizione di sviluppare parità numerica in fase offensiva.
Sviluppo e rifinitura
Nella fase di sviluppo, il Napoli cerca sempre ampiezza mantenendo gli esterni di attacco molto larghi insieme ai terzini che salgono mentre, la punta centrale continua a cercare la profondità e molto raramente viene cercato in maniera diretta.
Il gioco si sviluppa per gran parte del tempo sulle fasce, dove gli esterni di attacco ed i terzini si scambiano continuamente posizione per dialogare con la mezz’ala e cercare spazio per andare nella zona di rifinitura, giocando sempre con cambi di posizione per far perdere la marcatura e liberarsi per andare nello spazio che si viene a creare e ricevere palla. Il vertice basso di centrocampo rimane più basso per dare copertura alla linea di difesa, tamponare eventuali ripartenze se si perde il possesso palla a schermo della difesa o, se opportuno, offrire un eventuale scarico che porterà il pallone sulla fascia opposta se la fascia dove si sta sviluppando il gioco risulta intasata.
Mentre si sviluppa l’azione sulla fascia,il giocatore insieme all’altro esterno di attacco e la mezz’ala che non sono coinvolti nello sviluppo del gioco, cercano profondità e smarcature preventive andando uno ad attaccare la profondità sulla fascia e l’altro ad attaccare la profondità nella zona centrale per far abbassare ulteriormente la linea di difesa avversaria, spingendoli di fatto nella propria area di rigore. A verticalizzare questi tipi di palloni risultano molto abili Politano e Mario Rui, dai quali partiranno molti palloni importanti nella partita analizzata in tal senso.
Negli ultimi 25 metri, i laterali della squadra partenopea hanno di regola tre possibilità di scarico importanti dove la prima risulta essere Oshimen o Mario Rui (o comunque la mezz’ala che non ha partecipato al dialogo a tre avvenuto sulla fascia), che si tiene fuori dall’area di rigore per ricevere e scambiare al limite dell’area, cambiare fascia o calciare in porta se non marcato; o andare al cross dove Oshimen si dimostra un terminale offensivo molto efficace nel gioco aereo, allargandosi prima alle spalle degli avversari per poi tagliargli la strada come avviene in occasione del primo gol della squadra di Gattuso; o come ultima opportunità, tornare indietro dal vertice basso di centrocampo che porterà palla sulla fascia opposta.
Inoltre, mentre Zielinski insieme a Oshimen attaccano l’area di rigore, risulta molto importante la posizione dell’esterno opposto di attacco in quanto è quasi sempre molto largo e non seguito dalla retroguardia avvesraria che in quel momento è impegnata a difendere il centro dell’area di rigore, ed è utile sia per un eventuale cambio di gioco che per un cross sul secondo palo; ed in questo tipo di movimenti Insigne e Politano risultano molto abili ed efficaci.
TRANSIZIONI POSITIVE
Gli azzurri tentano sin da subito di recuperare palla portando pressione alle linee avversarie soprattutto se si ritrova nella metà campo avversaria. Mentre il Napoli fa pressione con la prima linea offensiva, i centrocampisti e i difensori applicano delle marcature preventive nell’intento di anticipare gli avversari una volta che avviene lo scarico e risultano essere molto ben posizionati ed organizzati, in quanto, spesso riescono a bloccare l’azione avversaria all’origine. In questo, è molto abile Manolas che riesce spesso a prendere il tempo al giocatore avversario. Nella parte centrale del campo invece, Demme e Bakayoko sono gli indiziati al recupero nel momento in cui la palla passa per le zone centrali del campo.
Una volta recuperato il pallone, il Napoli cerca sempre di consolidare il possesso per poi far ripartire l’azione, a prescindere dalla zona di campo in cui si trova, a meno che non ci siano spazi veramente invitanti e quindi si cerca immediatamente la verticalizzazione.
FASE DI NON POSSESSO
La fase di non possesso è curata nei minimi dettagli e mira a far giocare gli avversari prevalentemente sulle fasce portando quasi tutti gli uomini nella zona centrale del campo. Come detto quindi, il Napoli cerca di chiudere ermeticamente la zona centrale di campo portando tantissima densità ma, allo stesso tempo, cerca di coprire anche la parte laterale con il raddoppio che viene fatto dai due esterni di attacco, Insigne e Politano, che si devono sacrificare non poco per andare a raddoppiare. Questo porta il Napoli ad avere tutti gli 11 giocatori dietro la linea della palla.
Il sistema difensivo dei partenopei è ormai rodato ed efficace in quanto porta la squadra avversaria a svolgere una enorme mole di gioco per poi arrivare al tiro anche se, molto spesso, il Napoli porta gli avversari a concludere le proprie azioni o con dei cross o con dei tiri da lontano. Del resto basti vedere la partita dell’andata degli ottavi di Champions League dove anche una squadra formidabile come il Barcellona, non è di fatto quasi mai riuscita a proporre incursioni centrali, che sono un marchio di fabbrica della squadra catalana. Di contro però, Manolas nella propria area risulta spesso in ritardo sugli avversari che si trovano nella propria zona di competenza, il che ha portato al tiro gli attaccanti blucerchiati su cross soprattutto bassi dei laterali avversari.
TRANSIZIONI NEGATIVE
Il Napoli possiede ottimi palleggiatori, motivo per il quale molto raramente perde il possesso nella propria metà campo nonostante il rischio elevato che si prende con la costruzione dal basso già citata. Nel momento in cui il Napoli sviluppa l’azione in fase di possesso, chi non sta partecipando alla fase di costruzione e sviluppo (il vertice basso di centrocampo o le due mezz’ali, anche se di solito è Demme, applica una copertura preventiva della zona per stoppare le ripartenze avversarie o per recuperare immediatamente palla se gli azzurri ne perdono il possesso. Nel momento del possesso, dunque, il Napoli pensa comunque già all’eventuale recupero palla.
Durante le transizioni negative, comunque il Napoli, spesso, cerca il recupero immediato della sfera soprattutto se, come succede più di frequente, la palla viene persa nella trequarti avversaria.
PALLE INATTIVE
I tiratori designati per i calci d’angolo sono da destra Callejon e Mario Rui, mentre dalla sinistra il capitano Insigne. In area a saltare vanno le torri Oshimen, Manolas, Di Lorenzo e le due mezz’ali Zielinski ed Mario Rui mentre, a ridosso dell’area di rigore rimane Insigne, quando non è impegnato a battere il calcio piazzato da sinistra, e Demme, però, hanno due compiti differenti al limite dell’area di rigore: il primo è attento ad un eventuale ribattuta mentre il secondo marca preventivamente uno degli avversari che si palesa nella propria zona di competenza per evitare o tamponare un eventuale contropiede avversario.
Nel momento della battuta, i tre che sono davanti alla porta, che all’inizio sono raggruppati al centro dell’area di rigore, Di Lorenzo taglia verso il primo palo per colpire di testa in porta o per una spizzata sul secondo palo dove arriverà il centrocampista centrale e la punta cerca di aggirare il marcatore muovendosi al centro dell’area. Dietro agli ultimi tre giocatori citati, ci sono Manolas e Zielinski che possono decidere, in base alla battuta del calcio d’angolo, di andare dentro a saltare oppure aspettare all’altezza del dischetto per andare su una eventuale seconda palla.
CONCLUSIONI
La squadra partenopea ha attraversato una prima parte di stagione disastrosa in campionato dove sembrava aver smarrito completamente voglia e idee. Gattuso, subentrato a metà dicembre, sta mostrando comunque di aver ripreso in mano le redini di una squadra che avevo perso tutto, compresa la tranquillità nello spogliatoio, andando a cambiare il vecchio gioco del Napoli portando soprattutto molta attenzione alla fase difensiva.
Dalla partita con la Juventus giocata lo scorso 26 gennaio, dove il Napoli si è imposto al San Paolo per 2-1, gli azzurri sembrano aver ritrovato i risultati ed aver recepito forte e chiaro le idee di gioco del tecnico calabrese che, poco alla volta e con tanta tenacia, sta facendo risalire la china alla squadra partenopea con la speranza di recuperare un’annata che, almeno fino a metà stagione, sembrava buia.
ANALISI SWOT
Punti di forza
Qualità tecniche di palleggio importanti che portano a costruire sempre dal basso a prescindere dal pericolo portato dall’avversario e a rispettare sempre la propria idea di gioco;
Varietà di soluzioni offensive e ricambi pronti nella maggior parte dei ruoli;
Solidità difensiva ritrovata;
Movimenti ben congegnati sulle fasce laterali che a volte portano a trovare spazi importanti;
Fiducia ritrovata dalla squadra nei propri mezzi;
Spesso riesce a prendere il controllo della gara; è la prima squadra in Serie A per possesso palla.
Punti di debolezza
Nel momento in cui la punta non è in campo, i cross dei terzini o dei laterali di attacco potrebbero essere controproducenti non essendoci giocatori di stazza importante al di fuori del polacco; è la prima squadra in Serie A per cross effettuati;
Il Napoli soffre i cross che arrivano nella zona di competenza di Mario Rui ed Insigne, infatti, le squadre avversarie insistono sulla ricerca dei cross sul secondo palo dalla sinistra in quanto, a volte, riescono a trovare così la rete;
Grande dispendio di energie da parte di Insigne e Callejon in fase di non possesso in quanto raddoppiano sistematicamente sulle fasce di competenza; potrebbe causare stanchezza e scarsa lucidità soprattutto nei momenti finali di gara;
Hysaj e Manolas, in alcune circostanze, mostrano poca determinazione in fase difensiva, lasciando spesso libero il loro diretto avversario.
MARZIO DE VITA
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