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1992/93: quando la Fiorentina scese in B con Batistuta ed Effenberg

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1992/93: quando la Fiorentina scese in B con Batistuta ed Effenberg

Paolo Lazzari

29 Maggio · 14:05

Aggiornamento: 29 Maggio 2020 · 14:05

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Ci sono storie che, se le racconti e basta, non ti crederebbe nessuno. C’è bisogno di vederle e, se possibile, di toccarle con mano. Quella della Fiorentina 1992/93 appartiene a questo santuario dell’impensabile. Riavvolgendo il nastro di ricordi sdruciti, saltano fuori ricordi amari, che hanno a che fare con una stagione surreale, culminata con una retrocessione assolutamente clamorosa. Certo, la concorrenza non manca: c’è il Milan di Capello, fresco detentore del titolo. C’è la Juve del Trap e di Baggio e c’è un’Inter che si sta riorganizzando. Ma la viola è lì, nel treno che insegue le prime.

Mario Cecchi Gori ha deciso di fare le cose in grande per inseguire l’europa: a Firenze arrivano Ciccio Baiano, il promettente terzino Daniele Carnasciali e due prospetti illuminati come Brian Laudrup e Stefan Effenberg, il tedesco tutto genio e sregolatezza. Davanti, poi, ci sarebbe anche un certo Gabriel Omar Batistuta. La squadra parte bene: due pareggi contro Genoa e Lazio, poi un deflagrante 7-1 rifilato all’Ancona. in panchina Gigi Radice gongola. In tribuna il patron pure.

L’incantesimo, tuttavia, è destinato a spezzarsi presto. Il Milan di Capello arriva al Franchi e se ne esce con un annichilente 3-7. La Fiorentina è maledettamente ridimensionata, ma non si perde d’animo. Anzi, risale con determinazione: il 6 dicembre 1992 fa fuori 2-0 la Juventus al Franchi. Lo stadio ascende in paradiso. La squadra è seconda alle spalle dei rossoneri. I viola sono lanciatissimi: nessuno si attenderebbe lo sprofondo.

Eppure accade. Il 3 gennaio 1993 arriva la sconfitta in casa (0-1) contro l’Atalanta e, da lì in poi, la squadra si avvita in una spirale inverosimile. Una rosa che potrebbe tranquillamente competere per un posto in Europa comincia a sbriciolare le sue convinzioni. Clamorosamene, Radice viene esonerato da Cecchi Gori in un impeto di rabbia – di cui il patron si pentirà a lungo in seguito – e chiama in panchina Aldo Agroppi. Lo spogliatoio, legatissimo al precedente tecnico, subisce un crollo emotivo.

La viola perde di seguito con Foggia, Lazio e Ancona. Infila una serie impressionante di pareggi e sconfitte. La squadra è in caduta libera. Il 25 aprile la Juventus si impone 3-0 a Torino ed Agroppi viene esonerato. Al suo posto ecco Chiarugi, ma l’impresa è disperata. Facciamo un altro salto in avanti: il 6 giugno 1993 la Fiorentina ospita il Foggia già salvo e sa che vincere non basta. Spera che la Roma batta l’Udinese, per andare a giocarsi lo spareggio salvezza contro il Brescia. I ragazzi di Chiarugi travolgono con sei reti i foggiani, ma la doccia gelata è in procinto di arrivare. I friulani pareggiano contro i giallorossi, in una gara che continua tutt’oggi a destare perplessità. Lo stadio si ammutolisce. Nessuno trova più le parole. La Fiorentina scende in B dopo 54 anni, nel più incredibile dei modi. Con una rosa di top player. Dopo essere stata seconda in classifica.

Un capitolo amaro, che rimarrà sempre una ferita aperta nel cuore della città.

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