La tregua è finita, non se ne andrà in pace. Perché molto – ancora più di prima – lascia credere che il Papu Gomez se ne andrà dall’Atalanta, a questo punto. Che Juventus-Atalanta di mercoledì possa essere stata la sua ultima partita con la maglia nerazzurra. Sicuro? Oggi sarebbe questa la volontà dell’argentino, manifestata più o meno apertamente nei giorni scorsi a Zingonia: l’esclusione di ieri dai disponibili per la partita contro la Roma è un effetto, non la causa.
La conseguenza di giorni vissuti con parole (pubbliche e non) e opere che la società, almeno quanto l’allenatore, ha ritenuto non coerenti: con il tentativo diplomatico di armistizio che era stato concordato per sorvolare sul “caso Gaspapu”, arrivando senza scossoni alla sosta di Natale. Mettendo davanti a tutto l’Atalanta, i suoi interessi supremi di classifica, la tranquillità, compattezza e impermeabilità (anche mediatica) del suo spogliatoio.
Ogni mancata convocazione di un giocatore è una scelta tecnica, ma quella di Gasperini è stata “in condivisione con la società”, si legge nel breve comunicato nerazzurro. L’allenatore da tempo ha scelto la squadra, ma senza rinnegare Gomez: altrimenti non lo avrebbe fatto giocare contro la Juve e non avrebbe avuto problemi ad andare avanti così (almeno) fino a gennaio, se il Papu si fosse sintonizzato solo sul suo eventuale impiego (e rendimento) in campo; il club Atalanta, a partire dal presidente Antonio Percassi, ha scelto di appoggiare l’allenatore.
Non ha epurato il giocatore, non ha certificato il suo status di fuori rosa (domani si allenerà?), ma non ha gradito certi atteggiamenti degli ultimi dieci giorni: dopo la partita di Amsterdam e anche nei faccia a faccia avuti successivamente con i dirigenti. Che poi venerdì hanno concordato con il tecnico l’esclusione di ieri, nonostante la delicatezza della partita con la Roma. “Ci serve allungare la striscia di risultati positivi”, ha detto ieri Gasperini. Ma proprio perché così importante, al tecnico serviva giocarsela senza ombre interne.
Ma è il terzo riferimento di Gasperini a spostare l’attenzione sul vero fulcro della vicenda: “Il mercato? Per gennaio chiedo solo gente contenta di stare qui”. Se nessuna delle due parti da qui ad allora ammorbidirà la sua posizione – e servirebbe una svolta drastica – l’addio diventerebbe, anche nella pratica, inevitabile. L’agente di Gomez e la proprietà ne parleranno in tempi brevi: l’accordo era di rinviare il tutto a dopo le ultime partite dell’anno, dunque il summit sarà subito prima o subito dopo Natale.
E in quella occasione diventerà inevitabile affrontare anche l’argomento economico. I club con i radar già accesi sul Papu possono essere tanti: sicuramente il Milan, a certe condizioni forse anche Inter, Napoli e Roma, magari il Psg, più vari club all’estero. Però un qualunque tentativo di intesa ha bisogno anzitutto di certezze sulle reciproche intenzioni, e poi di prezzi su cui discutere e imbastire eventuali intese. E la storia dice che l’Atalanta difficilmente fa sconti, tanto più se l’approccio alla trattativa non è sereno. Lo scrive La Gazzetta dello Sport
CALLEJON FLOP, SERVONO ESTERNI. NAINGGOLAN, ELSHA E GOMEZ DA PROVARE A PRENDERE
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