Oggi non puo’ essere un giorno qualunque per il tifo fiorentino, perché il 10 aprile è indice di una data simbolica, che deve essere obbligatoriamente evocata e onorata ogni anno.
Correva il 10 aprile 1984, quando nella capitale argentina Buenos Aires nasce Gonzalo Javier Rodriguez Prado, per i conoscenti Gonzalo.
Il difensore più emblematico dell’ultimo decennio gigliato, carismatico e sentimentale allo stesso tempo, diventato simbolo della tifoseria della Fiorentina conquistando la fiducia e l’amore dell’intero ambiente.
Inizia la sua carriera professionistica nel 2002, con il San Lorenzo: militerà in questo club per due stagioni, totalizzando 57 presenze e 4 reti nella Primera División argentina; una maglia indossata da giocatori dal calibro di Ivan Cordoba, Ezequiel Lavezzi e di Alejandro “Papu” Gomez, solo per citarne alcuni.
Un club non da poco quello in cui Gonzalo sta facendo i primi passi nel calcio professionistico, un’esperienza in patria che lo formerà come calciatore e uomo.
All’inizio della stagione 2004-2005 si trasferisce al Villarreal, squadra della massima serie spagnola, dove subito fa il suo esordio in Intertoto, contribuendo con 5 presenze e una rete in maniera determinante alla vittoria del trofeo per il sottomarino giallo, che permetteva l’accesso al tabellone principale della Coppa Uefa, gioca il ritorno del Secondo Turno, l’esordio per il Villarreal contro l’Odense; la finale verrà spuntata proprio da una sua rete, che porrà il risultato sul 2-0 contro l’Atletico Madrid.
Tante le soddisfazioni in Spagna, ma il 2006 non sarà un anno felice per Gonzalo, che subirà tre infortuni alle ginocchia, che lo portano a pensare addirittura il ritiro.
Il calvario inizia il 16 aprile 2006, quando si infortuna ai legamenti del ginocchio sinistro, ed è costretto a restare inattivo per otto settimane.
Il 19 agosto 2006 subisce un altro infortunio, la rottura del legamento crociato del ginocchio destro, che lo obbliga a restare fuori per sette mesi, fino al 15 aprile 2007, data del rientro in campo.
Il 14 giugno 2007 subisce infine un terzo infortunio, al legamento del ginocchio operato, e rimane lontano dai campi per altri sei mesi.
In otto anni giocati con il Submarino Amarillo raccoglie globalmente 253 presenze segnando anche 9 reti, un’esperienza conclusasi con una retrocessione, nel 2012.
“Dovevo andare via dal Villarreal perché eravamo retrocessi. La situazione economica era difficile e io volevo cambiare.
Poi però è arrivata la Fiorentina. Macia e Pradè volevano prendere sia me che Borja Valero. O tutti e due o nessuno. Borja non sapeva che fare: ‘Guarda che Firenze è bellissima’, gli dicevo per convincerlo. Alla fine disse di sì.”
Il 3 agosto 2012 passa quindi alla Fiorentina per 1,5 milioni di euro, ritrovando Giuseppe Rossi, compagno al Villareal e altro futuro beniamino della tifoseria gigliata.
Esordisce in Serie A il 25 agosto in Fiorentina-Udinese 2-1, segna il suo primo gol in maglia viola il 21 ottobre nella gara di campionato Chievo-Fiorentina 1-1, si dimostra letale sulle palle inattive e un vero e proprio cecchino dal dischetto e si comporta da vero leader, guidando la squadra alle posizioni più alte della classifica mantenendo coesa una retroguardia attiva e giovane.
Viene scelto dalla UEFA tra i migliori giocatori di tutta l’Europa League, coronando così una stagione da incorniciare per il centrale argentino.
Per la stagione 2014-2015 l’allenatore Montella gli affida il ruolo di vice-capitano, dietro a Manuel Pasqual, e alla sesta giornata nella gara giocata e vinta 3-0 in casa contro l’Inter indossa per la prima volta con la maglia dei viola la fascia da capitano.
Nell’annata 2015-2016, anche con l’arrivo del nuovo allenatore Paulo Sousa, si conferma come perno della difesa viola. Inizia a inanellare una serie di buone prestazioni assieme al resto dei compagni e al feeling con il mister portoghese, ormai affermato come uno dei pilastri del gruppo.
Nella stagione 2016-2017 segna un solo gol, realizzato nella partita in trasferta contro la Sampdoria, terminata 2-2.
A fine stagione non gli viene rinnovato il contratto dalla società viola, lascia dunque la Fiorentina, totalizzando globalmente tra tutte le competizioni 203 incontri segnando anche 25 reti.
Il 10 luglio 2017 viene ingaggiato a parametro zero dal San Lorenzo, facendo così ritorno nel club dopo tredici anni. Il 23 giugno 2020 annuncia il proprio ritiro dal calcio giocato, appendendo gli scarpini al chiodo.
Una carriera caratterizzata soprattutto dal suo carisma e grinta, due qualità che lo hanno aiutato tantissimo in quel dannato 2006 in cui Gonzalo si rovinò le ginocchia.
Il suo arrivo a Firenze è opera del lavoro della coppia Pradè-Macia che operò molto in terra iberica, osservando e prelevando giocatori che potevano essere funzionali al gioco di Vincenzo Montella.
Dal Villareal arrivarono anche Borja Valero e Giuseppe Rossi, due giocatori che con il tempo si sono rivelati sempre più decisivi e fondamentali per Montella, così come per Gonzalo.
Firenze e l’Argentina hanno sempre avuto un feeling particolare, ed è curioso come gli acquisti effettuati dalla Fiorentina nell’arco della sua storia con l’Argentina protagonista abbiano portato ottimi risultati nella gran parte dei casi.
Probabilmente è una questione di atteggiamento e capacità di adattarsi ad un continente completamente diverso; innumerevoli sono gli argentini che hanno giocato a Firenze, tra cui Gabriel Omar Batistuta, probabilmente il giocatore più forte mai visto in riva all’Arno.
Però, se ci concentriamo sul reparto difensivo, possiamo benissimo costruire e stabilire una certa “dinastia”, e non solamente per il ruolo degli interpreti, ma soprattutto per le caratteristiche comportamentali che li caratterizzano da giocatori e che sono state di loro aiuto per potersi affermare.
Il primo di questa lunga catena non può che essere Daniel Passarella, unico argentino a vincere due mondiali con la nazionale, nel 1978 e 1986, ma soprattutto ricordato per il segno che lasciò a Firenze.
Incisivo e leadership, caratteristiche poi riprese pure da Gonzalo Rodriguez.
Anche Pezzella, come i predecessori, ha dimostrato grande attaccamento alla maglia, anche se sarebbe più opportuno confrontare il nuovo talento della difesa viola, ovvero Martinez Quarta.
Come Passarella e Pezzella, nasce calcisticamente nel River Plate, per poi approdare alla Fiorentina nell’ottobre 2020.
A consigliare il suo acquisto è Passarella stesso, che lo indica a Pradè e Antognoni che si mettono subito a lavoro per portarlo in viola.
Un inzio non semplice in Italia, ma con Prandelli acquista continuità e si afferma come uno dei cardini dell’undici titolare, soffiando il posto a Igor.
I tifosi sui social lo acclamano, convinti di aver trovato il futuro della difesa e della Fiorentina, dopo le ottime prestazioni inanellate nell’ultimo periodo.
Con l’augurio che Lucas possa essere il futuro della Fiorentina, con quella garra e forza tipica degli argentini, sperando che vi possa essere un progetto tecnico di livello per riportare la Fiorentina ai vertici della classifica, proprio come fu per Passarella e per Gonzalo.
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