Si è ritirato nel 2017, a 40 anni, dopo aver girato l’Europa. Alex Manninger ha giocato nella Fiorentina per una stagione, nel 2001/2002, prendendo il posto di Francesco Toldo, appena ceduto dai viola all’Inter. TMW lo ha intervistato per sapere come fosse la sua vita dopo il calcio
Cosa fa oggi Alex Manninger?
“Faccio un po’ di tutto, al contrario del mio periodo da calciatore. Durante la carriera, del resto, c’era poco tempo per fare quello che forse in una vita normale va fatto: per cui godersi i weekend con la famiglia, costruire la casa, trovarsi un lavoro per i prossimi 20 anni, perché arriverai al momento in cui devi fare qualcosa dopo il calcio”.
Meno agi ma più libertà
“In carriera hai la vita programmata, non puoi decidere nulla: né il weekend, né le vacanze. Ho avuto la fortuna di chiudere la mia a 40 anni, me ne sono rimasti altri 40 per fare qualcosa e quindi cerco di fare qualcosa che dia un senso”.
L’ha trovato questo qualcosa che dia un senso?
“Sono tornato al primo amore, sapeva che facevo il falegname prima di diventare calciatore?”.
Quindi abbiamo un Manninger oggi falegname?
“Ovviamente facciamo una cosa più in grande, perché a fare solo il falegname fai poca strada. Ma questa esperienza e le conoscenze acquisite mi hanno permesso di occuparmi di arredamenti, costruzioni. Ho creato un network con i professionisti, che sono falegnami, muratori, giardinieri. Mi trovo con gli architetti. In pratica se uno ha un terreno o una casa da ristrutturare, quindi con mobili nuovi e finestre nuove ci sono io a occuparmene. È un lavoro che mi piace tanto”.
Tornerebbe nel mondo del calcio?
“Non dico di no, ma il calcio è cambiato. Magari tornerò, ma non in un ruolo di campo. Mi vedo più dietro, in ruolo magari organizzativo. Sono molto vicino con i ragazzi della Red Bull Salisburgo e vedo come funziona. Ma ancora non c’è nulla che mi abbia stuzzicato al punto tale da tornare. Lascio comunque la porta aperta, perché in fondo il calcio è stato la mia vita”.
Ripercorrendo la sua carriera non può certo lamentarsi: Klopp, Conte, Wenger, Mancini fra i suoi allenatori. Praticamente il meglio sulla piazza
“Sono stato fortunato e questo mi ha aiutato nella carriera perché un calciatore, una squadra ha bisogno di un leader. Vorrei anche dire che Mario Beretta mi ha dato tanto e anche Alberto Zaccheroni è stato molto bravo” conclude Manninger.
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