Testarda e vincente. La Fiorentina scrive questo accanto al finale di 1-0 che timbra la vittoria sull’Atalanta. Testarda (proprio come lo è stato Kean a firmare il suo super-gol), perchè la squadra di Palladino ha interpretato bene, benissimo, la sfida sul piano tattico e caratteriale. Vincente, perché i tre punti strappati all’Atalanta hanno un peso micidiale nella ritrovata corsa all’Europa. Non c’è Gosens (problema nell’allenamento di rifinitura) nel 3-5-2 che si mette in moto subito bene. Dodo spinge, Parisi anche. Fagioli si vede così e così perché pressato a distanza ravvicinata da De Roon, ma poi cresce.
L’Atalanta gioca alla… Gasp. Pressing puro (ma impreciso) con Retegui presente ma lontano dalla forma migliore. Poco dopo la mezz’ora ci sarebbe da discutere con l’arbitro Doveri per due falli su Fagioli e Gud, poi fra il 43′ e il 44′ il match si accende: prima ci prova l’Atalanta (conclusione di De Ketelaere è respinta da Ranieri), poi… poi ecco il capolavoro di Kean. Retropassaggio di De Roon, Hien che prova ad ostacolare il gigante viola, Moise che si rende imprendibile e batte Carnesecchi. Anche il presidente Commisso, tornato in tribuna da mesi, si alza e applaude.
Il vantaggio è bello e meritato, ma la partita sarebbe meglio chiuderla. E per la verità – siamo già nella ripresa – le occasioni ci sono. Peccato che (in ordine), Fagioli, poi Ranieri (conclusione ravvicinata e ribattuta a seguire), Gud e infine anche Kean, non siano lesti a sigillare il raddoppio. Detto questo, l’Atalanta però non ingrana. Anche quando Gasp – dall’esilio nello skybox sopra la tribuna d’onore – mette fuori Lookman e Retegui per Maldini e Samardzic. Sì, la Fiorentina è e rimane vincente e testarda. Non raddoppia, è vero, ma nemmeno rischia grazie al quel sigillante della difesa a tre. Arriva il fischio finale. E la festa. Stop a scongiuri e scaramanzie. Ora si può (ri)dire: si scrive Palladino, si legge, ammazzagrandi. Lo scrive La Nazione.