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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
Amrabat, il regista operario. Al mondiale ha annullato Modric e De Bruyne. Indispensabile per Italiano

Rassegna Stampa

Amrabat, il regista operario. Al mondiale ha annullato Modric e De Bruyne. Indispensabile per Italiano

Redazione

30 Novembre · 12:20

Aggiornamento: 30 Novembre 2022 · 12:20

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Regista operaio? Frangiflutti di lusso? Direttore d’orchestra con licenza di martellare? Chissà. Essendo di fatto un innovatore, è difficile trovare una definizione che ne identifichi con precisione il ruolo in campo. Di certo, con quel suo calcio ipervitaminico col quale ha annichilito prima Modric e poi De Bruyne, anche al Mondiale qatariota sta stupendo, incassando voti alti e applausi. Un’ottima notizia per casa Fiorentina. Perché Sofyan Amrabat da Huizen, con quel nome da diva del cinema e quel cognome che sembra l’inizio di una filastrocca con tanto di civette sul comò, è la sorpresa più luminosa di questo spezzone di stagione viola.

Un giocatore diventato indispensabile nel calcio di Italiano, che al mondiale sta confermando la centralità in un ruolo che tutto sembrava tranne che suo. Ribadendo così l’imprevedibilità del calcio e quanto sia a volte azzardato stilare sentenze senza il sostegno del tempo. Arrivato nell’estate di due anni fa da Verona come colpo di mercato, all’inizio a Firenze Sofyan si era infatti come perso, non mostrando traccia del giocatore stakanovista che Juric non sostituiva mai (“Per la sua importanza lui sta in campo finché non muore”, disse una volta il tecnico croato).

Al suo posto, l’ombra di un centrocampista indolente, senza spinta né potenza. Anche con Italiano all’inizio le cose non erano andate meglio. Ma il calcio è il bazar sempre aperto delle opportunità. Così, messo in campo per l’assenza di Torreira a La Spezia, proprio un suo gol caparbio nel finale consegnò la vittoria alla Fiorentina correggendo l’inerzia. Eccola qua la porta girevole che ha cambiato il corso del suo destino.

Da quel giorno Amrabat è diventato altro: non più un calciatore abulico e friabile ma un triplo concentrato di energia. Una sorta di tuttofare vitaminico, capace di chiudere, tessere, rilanciare e pedatare, arrivando a definire una nuova categoria del ruolo: il regista operaio, appunto. Un direttore d’orchestra in tuta metallurgica che sa alzare la bacchetta ma anche tirare la martellata. E che potrebbe consentire alla Fiorentina di giocare contemporaneamente anche con due mezzali offensive, esattamente come fa in questi giorni col Marocco. Lo scrive La Nazione

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