
Giancarlo Antognoni ha parlato in una lunga intervista a RTV38 (CLICCA QUI PER L’INTERVISTA INTEGRALE), queste le sue parole sulla scelta di rimanere sempre alla Fiorentina:
“Conoscevo Firenze perchè andavo a Coverciano per la Nazionale, Firenze era bella anche allora, c’era poca gente, si camminava a piedi, ho vissuto un periodo molto bello quelli degli anni 70 e 80 in questa città. Io venivo da una situazione di campionato diverso, vedevo giocatori che per me erano dei miti con Merlo, De Sisti, Clerici, loro mi hanno inserito in questo contesto. L’esordio l’ho fatto a Verona nel 72 perchè De Sisti era squalificato, nel 74 esordio in nazionale.
L’approccio con Firenze e la Fiorentina è stato bello, nel 78 dopo i mondiali in Argentina mi voleva a tutti i costi l’avvocato Agnelli, aveva fatto una proposta molta importante per la Fiorentina, davano due giocatori importanti più tanti soldi, ma con il presidente Melloni abbiamo deciso di restare a Firenze di comune accordo. Agnelli voleva che io andassi alla Juventus, infatti poi prese Platini, a lui piacevano i numeri 10, loro vincevano tutti gli anni, in nazionale giocavano tutti i giocatori della Juventus, io per loro ero la pecora nera in azzurro. Scese negli spogliatoi dopo una partita in America tra Europa e resto del mondo dove ero stato il migliore in campo, mi disse che mi voleva a tutti i costi.
Nell’80 ho rifiutato di andare a Roma, mi offrivano un attico in Piazza di Spagna, era la grande Roma, ma in quegli anni poi arrivarono i Pontello e fecero delle grandi squadre alla Fiorentina. Il rammarico è quello scudetto dell’82, un gol lo avevamo fatto ma ci fu annullato a Graziani, dovevamo andare almeno allo spareggio, contro la Juventus avevamo fatto due pareggi.