La morte improvvisa di Astori, secondo quanto emerso dalla relazione del perito incaricato dalla procura di Firenze Domenico Corrado, sarebbe stata causata da una cardiomiopatia aritmogena diventricolare, come evidenziato già dall’autopsia svolta a Udine, tale da determinare il decesso improvviso.
Secondo la Procura i due medici sarebbero responsabili perché avrebbero violato «i protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità allo sport agonistico».
Nello specifico, a Stagno viene contestato di aver rilasciato al giocatore nel luglio 2014, quando Astori era tesserato per il Cagliari, un certificato di idoneità alla pratica agonistica in cui si attestava la mancanza di controindicazioni, nonostante le indagini abbiano ricostruito che nella prova da sforzo si fossero verificate due extrasistoli ventricolari isolate, non segnalate nel referto.
A Galanti la procura ha contestato il rilascio ad Astori di due diverse idoneità nel luglio 2016 e nel luglio 2017, quando era un giocatore della Fiorentina. Certificati, tutti, rilasciati nonostante secondo gli inquirenti fossero emerse nelle rispettive prove da sforzo aritmie cardiache.
Stagno e Galanti sono anche accusati di aver omesso di sottoporre il giocatore ad altri accertamenti sull’origine e sulla cause delle extrasistole che avrebbero permesso di escludere una “cardiopatia organica” o una “sindrome aritmogena”.
Per la Procura, se la patologia fosse stata riconosciuta avrebbe consentito di interrompere l’attività agonistica e, tramite la prescrizione di farmaci, di rallentare la malattia, prevenendo l’insorgenza di “aritmie ventricolari maligne”.
Corriere dello Sport