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Baroni ammette: “La Fiorentina gioca il più bel calcio d’Italia, resterà in alto. Arthur mi ha sorpreso”

Rassegna Stampa

Baroni ammette: “La Fiorentina gioca il più bel calcio d’Italia, resterà in alto. Arthur mi ha sorpreso”

Redazione

14 Ottobre · 13:12

Aggiornamento: 14 Ottobre 2023 · 13:14

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Mp Empoli 19/08/2023 – serie A / Empoli-Hellas Verona / foto Matteo Papini/Image Sport
nella foto: Marco Baroni

L’allenamento è stato duro, ma i giocatori sorridono. E il tecnico anche. Il Verona dà l’impressione di serenità. La Gazzetta dello Sport questa mattina è andata in casa Verona per intervistare Marco Baroni

Baroni, primo bilancio?

“Intanto voglio dire che sono contento di lavorare in questa società e col d.s. Sogliano. E poi che ho ritrovato il grande calore della nostra tifoseria. Questo è fondamentale per il nostro traguardo primario che, voglio sottolinearlo, è salvarci anche all’ultima giornata. Perché si sono rinforzati in tanti e la lotta sarà dura. Andando nello specifico, in queste gare finora sono scesi in campo 24 giocatori, e la metà di loro non ha raggiunto 2/3 del minutaggio. Cosa significa? Che la squadra, sia per infortuni che per situazioni legate al mercato ha dovuto pian piano assemblarsi. Finora abbiamo ottenuto risultati sulla compattezza di gruppo, direi la consistenza. Ora dobbiamo cercare di amalgamare i nuovi arrivi nei ruoli delicati, dove ci sono stati cambiamenti importanti, cioè centrocampo e attacco”.

Partenza sprint: 7 punti in 4 gare. Poi 1 solo nelle altre 4, ma avete giocato anche Milan e Atalanta. Buona la casella dei gol subiti: appena 8. Meno quello delle reti segnate: 4.

“Come dicevo, la squadra da subito ha raggiunto un buon livello di compattezza ed equilibrio. La squadra ha tenuta fisica e mentale. Manca un po’ la capacità di esser più prolifici e ora l’obiettivo è il consolidamento del gioco offensivo. L’ho sempre detto: per salvarti devi fare punti e quindi segnare. Ho cambiato molto davanti, un po’ per conoscere i giocatori e un po’ per necessità”.

Qualche infortunio pesante l’ha penalizzata?

“Non è mia abitudine accampare alibi, però sì. Hien ha saltato 4 gare su 8. Doig addirittura 5, e per noi lui è fondamentale perché abbiamo necessità di avere spinta offensiva in fascia. E anche Lazovic è appena rientrato. Tante piccole defezioni non ci hanno permesso di sviluppare il gioco d’attacco. Anche Henry e Djuric li abbiamo recuperati ora. Ma non sono preoccupato, le soluzioni il troveremo attraverso il lavoro”.

Chi recupera? Anche perché la ripartenza non sarà facile: il Napoli e poi si va a casa Juve…

“Guardi, abbiamo ottenuto 3 punti con la Roma, che considero una big che arriverà lontano. Per noi queste sfide sono opportunità da sfruttare, le partite più belle da giocare. Le prepareremo con umiltà e rispetto, ma non paura. Saranno una leva per noi. Gli infortunati? Son convinto di recuperare tutti: Mboula, Cabal, Dawidowicz, Doig e anche Hien che è tornato in gruppo”.

Insomma, buone sensazioni?

“La ricettività e la disponibilità, anche per l’assetto tattico, della squadra mi lascia sereno. Siamo partiti pensando a una linea a 4 che per tante situazioni non siamo riusciti a portare avanti. Ho visto che la squadra giocava meglio a tre. Sono soddisfatto della compattezza, difendiamo alti e recuperiamo palla stando tendenzialmente lontani dalla nostra. Ma come dicevo, so che dobbiamo migliorare davanti”.

Soluzioni?

“Dobbiamo passare da una manovra diversa, più finalizzata ad attaccare sugli esterni, stiamo lavorandoci su. E poi dobbiamo avere più tranquillità nel giocare la palla e nel tiro. Abbiamo sbagliato certi gol…”.

In estate ci diceva degli obiettivi: squadra con identità forte e che trasmetta emozioni. Pressione e dinamicità nel gioco…

“Su emozioni e identità ci siamo: questa squadra non può prescindere da una forte emotività. Che significa sacrifico, senso di appartenenza, identità, non mollare mai su ogni pallone. Per dire, col Milan abbiamo subito gol al primo errore. Potevamo prendere un’imbarcata, invece abbiamo reagito, lottato e nel finale abbiamo avuto pure l’occasione per il pari. Dico la verità: la squadra non ha mai toppato del tutto. Ma a volte, come a Frosinone, vorrei un impatto più determinato, feroce su certe partite. E’ una cosa che dobbiamo avere nel Dna”.

Parliamo di singoli: Ngonge ha grandi qualità. Ma poterebbe incidere di più?

“Cyrill è un giocatore molto forte che deve diventare un forte giocatore di squadra”.

Chiaro. Chi l’ha sorpreso e da chi vuole di più?

“La vecchia guardia, da Dawidovicz a Lazovic e Montipò: lavorano con grande disponibilità. Mi aspetto una forte crescita per le loro potenzialità da Magnani, Suslov, Bonazzoli e, sì, Ngonge”.

In generale, in campionato chi le sta piacendo?

“La proposta del Milan, anche per i giocatori che ha preso, è molto interessante. E poi c’è la Fiorentina che propone il gioco più bello, resterà in alto perché secondo me ha centrato anche gli obiettivi. Arthur mi ha sorpreso. L’Inter? Per me resta la squadra da battere, per struttura, forza fisica e tecnica. Sotto, Frosinone e Lecce sono le squadre rivelazione, senza dubbio. Sono entrate subito in sintonia con i loro progetti. A dimostrazione che la quota salvezza si alza. Ma noi siamo pronti a combattere”.

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