Federico Bernardeschi ha parlato alla Gazzetta dello Sport, Ora gioca nel Toronto ma Torino è rimasta casa sua. Con la Mls ferma è tornato in Italia e domenica sera sarà allo stadio per fare il tifo per i suoi ex compagni. Queste le sue parole:
“Ricordo che io mi procurai la punizione, Dybala la calciò e Higuain segnò di testa. Fu il mio primo scudetto, avevo 23 anni ed ero circondato da campioni”.
Com’è andata la sua seconda stagione oltreoceano?
“Non come ci aspettavamo tutti, a partire dalla società. Abbiamo avuto tante difficoltà, ci sono stati cambi di allenatore, probabilmente era un progetto sbagliato. Dal punto di vista personale ho fatto un discreto campionato, è stata una bella esperienza in un calcio totalmente differente, dove i viaggi sono molto più lunghi e logisticamente non è semplice. Ci vuole un periodo di adattamento. Ho immagazzinato tanto e finalmente mi sono ripreso del tutto dalla pubalgia dopo un anno e mezzo di patimenti”.
È sorpreso di ritrovare la Juventus al secondo posto, in lotta per lo scudetto?
“No perché conosco bene il mondo Juve, la squadra e Max. Me l’aspettavo e sono felice”.
Quanto è diversa questa Juve dalla sua?
“Tanto. Oggi a 23 anni sei quasi un veterano, è un gruppo costruito sui giovani. E’ ingiusto fare paragoni, i ragazzi devono acquisire esperienza per diventare campioni, però la cosa più importante è non perdere la mentalità. È l’ambiente che fa la differenza e io quest’anno rivedo lo spirito della vecchia Juve”.
Merito di Allegri?
“Merito di tutti, della società, della squadra e dell’allenatore. Max è bravissimo nella gestione e il 3-5-2 è il modulo ideale: la Juve ora ha una compattezza che non vedevo da anni. Allegri ha sempre costruito gli scudetti sulle caratteristiche della squadra. Non è vero che non gli piace attaccare: noi giocavamo con 5 giocatori offensivi. Semplicemente si adatta agli uomini che ha”.
Marotta considera la Juve favorita per il tricolore perché Non gioca le coppe. Condivide?
“Marotta mi portò a Torino e lo ringrazierò sempre. Io dico che sarà una lotta fino all’ultimo: la Juve senza coppe è fastidiosa. l’Inter ha una rosa importante e con la finale di Champions ha acquisito esperienza internazionale. La Juve deve giocare con leggerezza, senza prefissare niente e precludersi niente”.
Domenica può battere l’Inter se…
“Se la gioca da Juve, se non entra in campo pensando di doverla vincere per forza, consapevole della grande forza degli avversari ma rispettando se stessa. Non deve snaturarsi”.
Che consiglio dà a Vlahovic, a secco da più di due mesi?
“Dusan è fortissimo così come Chiesa, giusto tenerli entrambi. Deve rimanere tranquillo e ricordarsi il giocatore che è. Arriverà tutto con la continuità, è la miglior medicina”.
Che ne pensa di Chiesa: è vero che in azzurro rende di più?
“Questa cosa l’ho vissuta sulla mia pelle. Non è questione di modulo né di gioco, la Nazionale è una cosa e il club un’altra. In campionato le partite sono più tattiche e spesso ti devi sacrificare”.
Si parla di un suo ritorno a gennaio: e se la Juve chiamasse?
“Alla Juve sono diventato un uomo e un calciatore di livello. Un pezzo del mio cuore è rimasto lì. Per la Juve io ci sarò sempre. E poi ho casa a Torino…”.
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