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Biasin: “Ora non si può nemmeno esultare, mica l’ha fatto in faccia o ha mandato affanculo qualcuno”

Rassegna Stampa

Biasin: “Ora non si può nemmeno esultare, mica l’ha fatto in faccia o ha mandato affanculo qualcuno”

Redazione

17 Dicembre · 14:06

Aggiornamento: 17 Dicembre 2024 · 14:08

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Italiano massacrato per aver esultato per pochi secondi dopo il fischio finale di Bologna-Fiorentina, il pensiero di Biasin

Questo quanto scrive Fabrizio Biasin su Libero per commentare le polemiche di Pradè dopo l’esultanza di Italiano per la vittoria del suo Bologna contro la Fiorentina:

Non si può più dire e fare niente. Neppure esultare. Mica mandare affanculo questo e quello, esultare. Perché se esulti “manchi di rispetto” e ti fanno passare per stronzo, irrispettoso, infame, inadeguato rispetto a una società che in nome del politicamente stra-corretto ci ha tolto qualunque diritto, anche quello di gioire. E ovviamente stiamo pensando al buon Vincenzo Italiano, allenatore del Bologna che l’altro giorno ha osato godere come un riccio per dieci-secondi-dieci, prima di scomparire sotto il tunnel che porta negli spogliatoi del Dall’Ara.

In campo era appena finita Bologna-Fiorentina, la partita vinta dagli emiliani 1-0 contro l’ex squadra dello stesso Vincenzino. E quello, Vincenzino, non vedeva l’ora di portare a casa i tre punti, un po’ perché la Fiorentina faceva man bassa da otto gare consecutive, un po’ perché la settimana precedente noialtri criticoni gli avevamo fatto il mazzo per essersi fatto riprendere dalla Juve all’ultimo secondo («Il solito Italiano…»), un po’ perché con i viola la separazione forse è stata consensuale, ma di sicuro non pacifica.

Dopo i 10 secondi di baci e abbracci, l’Italiano gioioso sparisce dallo stadio e a prendere parola è Daniele Pradé, direttore sportivo gigliato: «Non mi è piaciuto per niente l’atteggiamento di Italiano a fine partita, dopo che abbiamo passato tante gioie e anche tanti dolori insieme. Mi è sembrata una grandissima mancanza di rispetto percome ha esultato davanti ai nostri calciatori, anche nei confronti di Palladino. Ho capito tante cose soprattutto dell’uomo».

E cosa avrà mai fatto costui di così grave? Ha forse tirato un calcio in culo al David di Michelangelo? Ha urlato «Viva Manzoni, Dante brutto»? Ha sputazzato nell’Arno? Giammai, ha solo manifestato una gioia istintiva e animalesca, dettata da un’umanissima overdose di endorfine. E che sarà mai. Anzi, diciamo di più, se proprio lo volete sapere fanno molta più tristezza tutti gli altri, quelli che dopo un gol si trattengono solo perché temono il giudizio della folla, ma lo vedi chiaramente che vorrebbero ballare la rumba e il cha cha cha.

Fatelo, signori cari, godete come matti ché non c’è niente di male. Fatelo nel rispetto altrui, ovvio, evitate gesti dell’ombrello e sceneggiate clamorose (quanto ci manchi Carletto Mazzone, mito unico e solo…), ma non castrate l’emozione, perché il vostro eventuale mutismo si trasformerà immediatamente nel trionfo del moralismo, quella forma triste e falsa di buona educazione che in un attimo si traduce in un concentrato di pura ipocrisia.

E se qualcuno vi dice «non si fa, il mondo è cambiato», lasciate che gli passi o rispondete proprio come Italiano: «Pradè ha esagerato, non ho mancato di rispetto proprio a nessuno: ha capito qualcosa di sbagliato dal mio comportamento. Mi dispiace, ma se vuole può chiamarmi, il mio numero ce l’ha». Lasciatelo esultare, è un Italiano, un Italiano vero (semicit.).”

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