
La denuncia fatta ieri da Sinisa Mihajlovic in conferenza stampa su Soriano convocato in nazionale ma mandato tre volte su tre in tribuna ha fatto scoppiare il dibattito sulla questione. Soprattutto perché proprio la nazionale italiana si è trasformata in focolaio Covid con quattro persone dello staff positive e con il contagio anche di Bonucci e Verratti (per adesso).
“Se fosse stato molto attento alle vicende del Bologna, Mancini non avrebbe portato Soriano per fare tre tribune. Non mi attendevo zero minuti in tre gare: lui è il miglior centrocampista italiano e non mi è parso giusto. Poi vedo giocare gente che ha fatto due partite in campionato. Averlo saputo, era meglio se fosse rimasto con noi: non mi è piaciuto, parlo da allenatore del Bologna e da amico di Mancini. Tre tribune contro avversari di poco valore. E dagli soddisfazioni, ha fatto nove gol, tanti assist. Fallo giocare. Se io fossi stato Soriano l’avrei mandato a quel paese: con tutto il rispetto per la nazionale e Mancio. Nemmeno mai in panchina”
Queste le parole pronunciate da Mihajlovic, poco contento di aver visto il suo giocatore essere trattato così.
Ma non è andata meglio ai due giocatori della Fiorentina Cristiano Biraghi e Gaetano Castrovilli, che sono stati convocati in nazionale ma non sono mai stati presi nemmeno in considerazione. Tre volte mandati in tribune su tre partite giocate dalla nazionale.
Insomma, anche per i due viola vale lo stesso discorso fatto da Sinisa. Che senso ha avuto portarli in nazionale, con il rischio contagio Covid per non portarli mai nemmeno in panchina?
I due viola si è capito che non saranno nemmeno portati agli Europei. In questo caso, sarebbe stato meglio, anche per la loro salute, che fossero rimasti a Firenze ad allenarsi con Beppe Iachini e il resto della squadra viola.
Flavio Ognissanti
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