Il centrocampista viola, Giacomo Bonaventura, ha rilasciato una lunga intervista a DAZN prima della sfida contro la sua ex squadra, il Milan:
Adesso che ha fatto 300 presenze in A si sente un gran giocatore?
“Ho sempre creduto di poter giocare tanti anni in Serie A. Ho esordito a 18 anni, poi in mezzo c’è stata tanta costanza: mi sento ancora bene e in forma”.
Cosa le piace di più del ruolo di mezzala?
“Quando uno va in avanti per attaccare, mi piace inserirmi e cercare la porta. Però anche il gioco sporco in mezzo al campo mi dà molta carica”.
Quest’anno si diverte di più, visto il gran possesso?
“Sì, teniamo tanto la palla, io aiuto più in costruzione che in fase finale”.
A scoprirla è stato Antonio Bongiorni…
“Mi teneva già sott’occhio durante i provini con l’Atalanta, dove inizialmente non mi avevano preso perché ero ancora piccolo fisicamente. Poi dopo l’esperienza con Antonio sono migliorato parecchio… Lo porterò sempre nel cuore”.
Una sua caratteristica è che gioca tanto col corpo, ci spiega come?
“Quando mi arriva la palla, se non ho troppa pressione e posso spostarla cercando spazio, credo sia difficile per il difensore togliermela. E’ importante tenere la palla lontana e abbassarsi un po’ per farsi più spazio. Altrimenti, se il pressing è forte, meglio scaricarla alla difesa”.
Se dovesse tatuarsi le coordinate di un posto a Firenze, come Borja Valero con Ponte Vecchio, quali sceglierebbe?
“Mi piace tanto Piazzale Michelangelo, è una zona bellissima perché si vede tutta Firenze. Che è strepitosa. Se poi uno è amante dell’arte, la città risulta davvero speciale. Anche la gente è incredibilmente appassionata, il che è un punto a nostro vantaggio”.
Già a Padova si capiva che Italiano sarebbe diventato un suo allenatore in futuro?
“In campo era tatticamente attento, richiamava tutti… Ce l’aveva dentro. Quest’anno il nostro modo di giocare è cambiato tanto, facciamo divertire la gente e abbiamo ancora margini di miglioramento: siamo in buone mani”.
Questa sua riservatezza è entrata nel cuore anche dei tifosi del Milan?
“Beh, quelli in rossonero sono stati comunque sei anni intensi e sono contento di quello che ho fatto, così come del rapporto con la tifoseria che ha apprezzato il mio essere. Non mi sono mai risparmiato, in tutte le squadre in cui sono stato”.
Qual è oggi il suo sogno?
“Di sogni ben precisi non ne ho, penso solo che sia importante vivere la vita e lo sport dando il massimo, cercando sempre di crescere sia a livello personale che a livello sportivo”.
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