Oreste Cinquini, storico dirigente della Fiorentina, è intervenuto ai microfoni di Radio Bruno in occasione del compleanno dell’amico Giancarlo Antognoni. Ecco le sue parole:
“Giancarlo per me è un fratello, un giocatore formidabile che ha ottenuto meno di quello che poteva per la sua scelta d’amore per Firenze. Fuori dal campo ha seminato gentilezza e professionalità, che gli riconosceranno sempre tutti, grande calciatore e grande uomo. I cinque anni passati insieme sono stati fortunati ma siamo stati bravi, eravamo d’accordo su quasi tutto. Poi c’è stato il crollo di Cecchi Gori, da lì le nostre strade si sono divise”.
COMMISSO “Anche io sono sorpreso di questo interesse degli americani, il calcio italiano si dimostra molto appetibile. Non so se le difficoltà sulle infrastrutture faranno desistere gli investitori stranieri, fatto sta che il problema c’è, come si vede anche dalle difficoltà di Commisso con stadio e centro sportivo. Ci vuole anche la collaborazione delle istituzioni italiane. È chiaro che il calcio italiano ha bisogno di stadi nuovi e polifunzionali, speriamo che questa situazione si sblocchi”.
KOKORIN “Io ne avevo parlato anche con Prandelli e Pradè: per me il giocatore c’è, ha una qualità indiscutibile, ha giocato più di 100 partite, tra club e nazionale, a livello internazionale. Sta trovando difficoltà nel confrontarsi con un paese straniero molto diverso, non parla la lingua e parla poco inglese. Ha cambiato molto ed adesso c’è anche un cambio tecnico in panchina che non lo aiuta, ma è un ragazzo di 30 anni e credo e spero che possa dare un suo contributo. Certo che a gennaio è sempre difficile pescare, se guardiamo anche la situazione di Mandzukic al Milan”.
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