Restyling Franchi? Di certo, in questa storia intricata, c’è che sarà difficile pensare a una sentenza del Consiglio di Stato prima delle elezioni. E anche per questo, la patata bollente del Franchi, è destinata a finire in mano al prossimo sindaco. Le alternative per evitare una ristrutturazione monca, sono sostanzialmente due: l’extrema ratio è quella di aprire dei mutui (Cassa depositi e prestiti, Credito sportivo, Banca europea per gli investimenti), anche se in questo caso si dovrà tener conto che una Pubblica amministrazione non può accendere prestiti in misura illimitata (per il 2024 il Comune si è già impegnato con le tramvie), ma deve rispettare le regole per l’indebitamento degli enti territoriali. L’altra pista riguarda il supporto dei privati e il cosiddetto naming rights del nuovo Franchi (cioé battezzarlo col nome di una grande azienda finanziatrice che riceverebbe la conseguente pubblicità).
Improbabile, invece, un supporto da parte della Fiorentina: il club, per bocca dello stesso Commisso, ha ribadito di «non voler mettere un penny» sullo stadio, neanche nell’eventualità di ottenere una concessione di 50 anni (a prezzo calmierato) sul modello Juventus. Ecco dunque che l’alternativa più credibile, almeno agli occhi del sindaco, resta la diplomazia con Roma. Lo scrive il Corriere Fiorentino.