In molti si stanno chiedendo come mai, anche con il cambio in panchina e con l’arrivo di Cesare Prandelli, Patrick Cutrone continua a non giocare dall’inizio scegliendo di puntare su Dusan Vlahovic. In tanti stanno pensando che la ragione di questo stia nell’obbligo di riscatto legato alla formula di acquisto della Fiorentina con il Wolwes. Cutrone nel gennaio scorso è arrivato a Firenze in prestito con obbligo di riscatto fissato ad un certo numero di presenza da titolare, la cifra concordata è quella dei 18 milioni di euro. Per raggiungere questa clausola mancano a 13 partite da titolare. Non poche, considerato che ci troviamo a dicembre. In questo conteggio naturalmente non contano gli ingressi in campo a partita in corso dell’attaccante ma solo, come scritto, le presenza dal primo minuto.
Ergo, se Cutrone non viene ritenuto all’altezza di giocare titolare anche adesso con Prandelli in panchina, il motivo non è di carattere economico ma semplicemente tecnico. Evidentemente il nuovo allenatore viola, dopo Iachini, non ritiene Cutrone all’altezza della situazione. O almeno per adesso.
Il mister viola, nella conferenza prima di Fiorentina-Benevento aveva toccato l’argomento del duello in attacco tra Vlahovic e Cutrone e in quella parole sta la risposta di Prandelli su questo ballottaggio, ovvero quello della prima punta titolare. Queste le sue parole il 21 novembre: “Non possiamo pensare di cambiare in continuazione scelta dell’attaccante, dobbiamo dare continuità alle idee”. Ecco, in queste parole del tecnico c’è la risposta a chi si aspetta, dopo ogni partita, un possibile avvicendamento. Ora tocca a Vlahovic, e si andrà avanti cosi per qualche partita. Serve continuità e fiducia. I conti si faranno a gennaio.
Flavio Ognissanti
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