Il caso Beltran è ufficialmente scoppiato. Nulla di sorprendente, che per l’argentino sarebbe stata una stagione tutta da decifrare era chiaro sin dall’inizio, da quando a Firenze sono arrivati Kean, Colpani e Gudmundsson. Con questi 3 acquisti nel reparto offensivo il posto per Beltran nelle gerarchie è scalato inesorabilmente. Eppure, dopo la prima stagione in Italia tra alti e bassi, tutti erano pronti a scommettere che questa sarebbe stato il campionato del suo rilancio.
Il grande equivoco è stato da subito il suo ruolo, a Firenze è arrivato con l’etichetta di nuovo centravanti ma si è capito poco dopo che non aveva le caratteristiche giuste per giocare prima punta. Qui nasce il primo grande errore. La società cercava un centravanti e i soldi investiti su di lui erano per colmare la lacuna sul numero nove. Per Italiano l’argentino era principalmente un giocatore che doveva muoversi sulla trequarti, prendere la palla anche da dietro per giocarla, inserirsi, toccare spesso il pallone, dialogando tecnicamente con i compagni di squadra.
Lo scorso anno ha segnato 10 gol tra campionato e coppa, facendo vere, a fasi alterne, le sue qualità. Nella prima parte si stagione giocava ad intermittenza, ma se non partiva da titolare, entrava sempre dalla panchina. Da gennaio in poi gli è stato cucito addosso il ruolo di trequartista nel 4-2-3-1 ed è diventato un titolare.
Quest’anno invece le cose stanno andando piuttosto male. Palladino lo ha quasi sempre messo in panchina, schierato titolare in sole 2 partite su 6. La prima volta contro il Puskas in Conference, da attaccante centrale, la seconda invece, contro il Monza, da seconda punta alle spalle di Kean. In entrambe le occasioni, le prestazioni sono state piuttosto insoddisfacenti. Contro l’Atalanta la prova, semmai ce ne fosse bisogno, che il suo posto nelle gerarchie del nuovo allenatore è all’ultimo posto.
Nonostante il modulo utilizzato a Bergamo lo favorisse, la Fiorentina è scesa in campo con il 3-5-1-1, Beltran non solo non è partito titolare alle spalle di Kean ma si è visto preferire sia Ikonè che Sottil nel corso della gara. Segno che Palladino non lo considera tra i giocatori più importanti e determinanti. Dopo la gara, interrogato sulla questione, il tecnico viola ha risposto: “Beltran lo vedo benissimo, è applicatissimo, sta dando tutto negli allenamenti ma oggi Kean stava facendo benissimo e l’ho tenuto dentro, non potevo sostituirlo”. Parole che dimostrano che il tecnico vede Beltran, almeno per adesso, solo come vice Kean. Per questo motivo, considerato il grande momento di Kean, sarà difficile vedere Beltran dal primo minuto. A meno che Palladino non cambi idea sulla sua posizione in campo.
In chiusura giusto far chiarezza su quanto è costato il calciatore classe 2001. L’operazione con il River Plate si è conclusa con la formula del titolo definitivo, 12 milioni di parte fissa e 12 milioni di bonus. Di questi bonus però, solo la metà sono stati raggiunti. Per questo motivo il prezzo fino ad ora pagato dalla Fiorentina alla società argentina è 18 milioni circa. In estate la possibilità di dirsi addio ma, come detto Pradè in conferenza stampa, le condizioni sarebbero state favorevoli per il calciatore ma non per la società viola. Da qui la permanenza di Lucas.
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9 commenti su “Il caso Beltran: 18 milioni in panchina. La risposta di Palladino fa emergere qual è il vero problema”