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Dalla voglia di rivoluzionare la Fiorentina ai retroscena su Nico, Amrabat e il mercato. Pradè si racconta

Rassegna Stampa

Dalla voglia di rivoluzionare la Fiorentina ai retroscena su Nico, Amrabat e il mercato. Pradè si racconta

Redazione

14 Settembre · 08:57

Aggiornamento: 14 Settembre 2024 · 08:59

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Ieri la conferenza stampa di fine mercato di Daniele Pradè, il direttore sportivo della Fiorentina ha tolto tutti i dubbi

Daniele Pradè si siede al bancone del Media Center del Viola Park e parla per circa un’ora. Racconta quel che è stato sul mercato, i colpi sfuggiti e quelli messi a segno. Parla a cuore aperto, risponde a tutte le domande consapevole di aver fatto il massimo anche nel rispetto dei parametri economici del club. La palla adesso ce l’ha in mano mister Palladino. Assemblare la squadra in fretta non sarà facile, ma dovrà riuscirci a stretto giro di posta.

Direttore, che mercato è stato? «La finale di Conference ha cambiato i nostri piani. Una sconfitta così ti lascia cicatrici, per questo c’è stato un cambiamento forte. Quella di Copa America ha invece inciso sulla testa di Nico Gonzalez. Io dissi che al 99% restava con noi, meno male ho detto 99%, è stata la mia salvezza. Lui si è sentito di fare un passo in avanti».

Avete preso subito Kean, finalmente il sostituto di Vlahovic? «Lo speriamo. Tutte le scelte sono state condivise. Dopo l’allenatore, Kean è stato il primo giocatore che abbiamo preso. Siamo stati veloci a prendere subito la nostra priorità». Filo diretto con la Juventus? «Assolutamente no. E’ una società come le altre con cui lavoriamo. McKennie, Kostic e Arthur sono tutte situazioni che si svolgono in maniera normalissima. Kean lo abbiamo preso molto prima di cedere Gonzalez». Qual è stata l’operazione più difficile? «Per la lunghezza dei tempi quella di Gudmundsson.

Partita a gennaio scorso e finita dopo un mese di trattativa in estate». Siete andati lunghi con i tempi? «Avevamo tutto in testa dalla settimana dopo la partita di Bergamo. Abbiamo presentato subito l’allenatore. Poi abbiamo preso il centravanti. A centrocampo siamo andati lunghi perché avevamo il nodo Amrabat. Noi volevamo tenerlo, lui voleva rimanere e potevamo trovare un accordo, poi le dinamiche cambiano. Ha trovato una squadra che a livello economico lo accontentava di più».

Preoccupati dalla vicenda Gudmundsson? «Siamo tutelati al 100%, sappiamo che il calciatore rischia poco e forse nulla. Vedremo il da farsi col Genoa in base a come andrà il processo». A un vice Kean avete mai pensato? «Sì, poi però è iniziata la stagione e l’allenatore ha iniziato a lavorare con Kouame e Beltran. Lucas ha avuto tante richieste che sarebbero state vantaggiose per lui, ma non per noi».

Sono arrivate offerte per Kayode? «Più di una. Abbiamo pensato a cederlo, ma al presidente non l’abbiamo neanche detto… Sarebbe stato difficile spiegare la filosofia di crescita coi giovani». Cosa vuol dire essere ambiziosi? «Trovatemi un club che dice che non ha ambizione. Tutti ce l’hanno. La nostra è quella di stare lassù». Lo scrive La Nazione

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