
Il primo a ipotizzare un nuovo stadio fu Renzi nel 2007, a quei tempi era presidente della Provincia. Da allora sono passati quindici anni, tre sindaci, un’inchiesta della magistratura, un emendamento del governo e tre progetti prima di arrivare ad oggi. Scandicci propose l’area del palazzo delle finanze mentre Sesto rilancio Osmannoro 2000. L’anno dopo il Pd provò a forzare la mano chiedendo che nel testo della nuova convenzione per il Franchi venisse inserita una clausola che obbligava i Della Valle a presentare entro un anno il progetto di fattibilità del nuovo stadio. Alla metà di giugno la svolta: lo stadio si può costruire a Castello.
Si procede e a settembre dopo mesi di attesa i proprietari della Fiorentina presentano all’hotel Four Seasons un progetto di massima firmato da Fuksas. Non è l’unico Gozzini a cui quell’idea non piace e lo scontro politico sullo stadio a Castello diventa bollente. L’ipotesi rallenta e quando la magistratura apre un’inchiesta e sequestra l’area tutto si ferma. E si arriva al 2012 e si inizia a parlare di Mercafir. Un sussurro che è diventato certezza. Un’offerta che convince i Della Valle, d’accordo anche a farsi carico dei nostri per lo spostamento del mercato a Castello. Nel 2018 il Comune approva il piano urbanistico per l’area di Castello, ma la Fiorentina è in crisi e i Della Valle all’addio. Poi storia congelata finché non arriva Commisso. Lo scrive Repubblica.
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