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È guerra, missili contro basi americane in Iraq, borse in picchiata. Voli annullati verso Iran e Iraq

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È guerra, missili contro basi americane in Iraq, borse in picchiata. Voli annullati verso Iran e Iraq

Redazione

8 Gennaio · 04:32

Aggiornamento: 8 Gennaio 2020 · 04:32

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L’Iran ha avviato l’operazione Soleimani Martire lanciando a mezzanotte (ora italiana) una pioggia di missili contro due basi Usa. L’attacco più importante contro la base Ayn al-Asad in Iraq che ospita militari americani. Illeso il personale del contingente militare italiano ad Erbil che si è radunato in un’area di sicurezza: i nostri militari si sarebbero rifugiati in appositi bunker. Il contingente italiano che fa parte della coalizione anti Daesh a guida Us è insediato a ridoss della zona dell’aeroporto.

La Casa Bianca ha immediatamente reagito, Donald Trump, che ha riunito il consiglio di sicurezza nazionale con il segretario di Stato Mike Pompeo e il capo del Pentagono Mark Esper, non parlerà alla Nazione stanotte. La tensione è altissima: l’Iran minaccia di attaccare Israele in caso di contrattacco americano e avverte Trump di ritirare le truppe dalla Regione.

Speaker Camera Usa, Pelosi (dem): “Usa e mondo non possono permettersi una guerra” Sul fronte interno, l’America è divisa, con la speaker della Camera Usa, la dem Nancy Pelosi, che lancia un monito: “Gli Usa e il mondo – afferma – non possono permettersi una guerra”. “Dobbiamo assicurare la sicurezza” delle truppe – aggiunge Pelosi – mettendo anche fine alle non necessarie provocazioni dell’amministrazione e chiedendo all’Iran di cessare la violenza. Nella notte il primo round degli attacchi iraniani termina all’una. Poi parte una nuova fase.

Le notizie si rincorrono creando una situazione di caos generale: caccia militari americani partiti da una base Usa negli Emirati arabi starebbero sorvolando i cieli della Siria nell’area di Deir Ezzor, ad est del Paese. Caccia iraniani sarebbero entrati nello spazio aereo iracheno.  Usa vietano voli civili su Iraq, Iran, Golfo Persico L’autorità statunitense sull’aviazione (Federal Aviation Administration, Faa) ha messo al bando i voli civili sull’Iraq, l’Iran, il Golfo Persico e il Golfo dell’Oman dopo l’attacco di Teheran contro basi militari irachene che ospitano truppe americane.

“Faa – si precisa in una nota – continuerà a monitorare da vicino gli eventi in Medio Oriente”. Singapore Airlines ha reso noto di aver deviato tutte le rotte per l’Europa che tradizionalmente attraversano o avvicinano lo spazio aereo dell’Iran.  Soleimani martire: a mezzanotte la pioggia di missili La pioggia di missili è stata annunciata dalla tv di stato iraniana citando la Guardia Rivoluzionaria, mentre la notizia è stata data per prima nel nostro Paese dal quotidiano online Agenzia Stampa Italia.

“Oltre una dozzina di missili balistici” sono stati lanciati contro due basi Usa e delle forze di coalizione in Iraq, ha confermato in una nota il Pentagono. “È chiaro – ha aggiunto – che questi missili sono stati lanciati dall’Iran e hanno preso di mira almeno due basi militari irachene che ospitano forze Usa e personale della coalizione a al-Asad e Irbil”.

La propaganda dei Pasdaran: “Attaccheremo Israele e gli Usa se ci colpiscono” Poco dopo l’una l’azione militare iraniana sembra essersi conclusa. Il Corpo delle guardie della Rivoluzione islamica, o Pasdaran, hanno rivendicato l’attacco missilistico: “la feroce vendetta della Guardia Rivoluzionaria è iniziata” hanno affermato in una nota. Qassem Soleimani, il generale iraniano ucciso dagli Usa lo scorso 3 gennaio, era il comandante della squadra di èlite dei Pasdaran. Facendo il verso a Trump (che a commento dell’uccisione di Soleimani aveva twittato la bandiera Usa), alcuni dirigenti iraniani hanno twittato immagini di bandiere iraniane.

La tv di stato iraniana Press Tv ha poi precisato che il Corpo delle guardie della Rivoluzione islamica aveva avvertito gli Usa che ci sarebbero state “devastanti risposte nel caso di nuove aggressioni”. E ha poi minacciato “risposte ancora più devastanti” in caso di nuovi attacchi statunitensi. Se l’Iran dovesse essere attaccato sul suo territorio – è la minaccia del corpo delle Guardie Rivoluzionarie – Dubai, Haifa e Tel Aviv verranno colpite, e sarà attaccata direttamente l’America sul proprio territorio.

I primi effetti sull’economia dell’attacco iraniano Con l’attacco la Borsa di Tokyo parte in picchiata: l’indice Nikkei cede il 2,4% nelle prime battute. Il petrolio accelera ancora e sale a New York del 3,4% a 64,90 dollari al barile. Si impennano le quotazioni dell’oro, il bene rifugio per eccellenza: le quotazioni salgono del 2% a 1.606,10 dollari l’oncia, il livello più alto dal 2013.

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