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Ferrara ironizza: “Il futuro è adesso, addio DAZN, nasce Tulv (Tanto Un La Vedi)”

Rassegna Stampa

Ferrara ironizza: “Il futuro è adesso, addio DAZN, nasce Tulv (Tanto Un La Vedi)”

Redazione

20 Agosto · 09:27

Aggiornamento: 20 Agosto 2022 · 09:27

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Firenze, stadio A.Franchi, 24.10.2021, Fiorentina-Cagliari, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

Il futuro è adesso. Addio Dazn, ecco la piattaforma digitale che rivoluzionerà il mondo di seguire il calcio. Nasce Tulv, (Tanto Un La Vedi), ed è pronta a conquistare il campionato italiano, che dopo Dazn sta cercando un canale che non faccia imbestialire i tifosi. Tulv sembra la strada giusta, anche per l’acronimo che vale un’auto certificazione e quindi non ammette proteste. Ma l’innovazione è il vero punto di forza della nuova tv in streaming. Basterà essere in possesso di un Commodore 64 (o Vic 20 o Amiga 500 per l’edizione premium), collegarlo alla tv sul canale 777 del Televideo e poi andare allo stadio. O al cinema. O a cena fuori. In caso di problemi di connessione basterà sintonizzarsi su Tele Capodistria, la tv con la quale Tulv ha raggiunto un accordo di collaborazione. Michel Isler curerà tutte le telecronache in simultanea, mentre la splendida Ketty si occuperà di risultati dai campi di serie B. Testimonial della nuova tv sarà Radu, già uomo immagine di Tulp (Tanto Un La Prendo).

Tra i contenuti speciali alcune biopic di grande successo, tra cui «Se non mi conosci è un problema tuo», la storia di Maxi Olivera, «speravo di crossà prima», docufiction su Milic ma anche thriller psicologici cult come «il comunicato figlio del comunicato», vincitore del festival della Supercazzola di Ponte a Greve. Lo slogan? Eccolo: «Scendi in campo con Tulp come ho fatto io, parola di Kokorin». In lizza per i diritti anche Olybet, il sito su cui dovevate vedere la partita col Galatasaray. Dovevate, appunto. Il fatto è che la comunicazione digitale ha i suoi vantaggi ma anche i suoi problemi. Il self branding è una regola, l’autocelebrazione una conseguenza. E così abbiamo perso tutti la direzione. Prima i tifosi seguivano i media, ora i media inseguono i tifosi. Gli aggettivi vengono gridati forte al cielo, anche un po’ a caso.

Per la vittoria con la Cremonese, importante per i tre punti presi all’ultimo respiro ma pur sempre undici contro dieci contro una neo promossa, c’è chi parla di trionfo. Occhio. Perché in caso di terzo scudetto che facciamo? Ma questo auto doping emotivo è figlio dei tempi. D’altra parte il social media manager di un calciatore che scrive «Grandi, avanti così» in caso di vittoria e «Non è andata come volevamo, adesso al lavoro e testa alla prossima sfida» fa il suo mestiere ma la fantasia non sembra ammessa. Sono tempi duri: le bollette che rincarano, la metereologia impazzita (grazie a noi umani), una campagna elettorale mescolata al calcio mercato. E tra un chi si compra e un chi si vota non resta che godere di ciò che ancora ci è permesso: amare e tifare per la nostra amata Fiorentina. Per tutto il resto c’è Tulv, e molta immaginazione. Lo scrive La Nazione, articolo di Benedetto Ferrara.

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