
È andato in fumo un altro miliardo di euro, per un totale di 2,8 miliardi persi nelle tre stagioni dell’emergenza pandemica. L’inchiesta della Gazzetta sui bilanci dei club di Serie A mostra, ancora una volta, numeri scon- fortanti per l’industria del calcio in Italia. A guardarli bene, il Covid c’entra ma solo in parte. Certamente i ricavi del 2021-22 non sono stati ancora a pieno a regime: 2,5 miliardi, al netto delle plusvalenze, contro i 2,7 raggiunti nel 2018-19, ultimo anno pre-Covid. Tuttavia, i costi si sono attestati a quota 3,9 miliardi: erano 3,5 prima della pandemia. In particolare, gli stipendi di tutto il personale si avvicinano al muro dei 2 miliardi, crescendo di 200 milioni rispetto al 2018-19, e gli ammortamenti per i “cartellini” dei giocatori restano superiori agli 800 milioni.
Se guardiamo la posizione finanziaria net- ta al 30 giugno 2022, che tiene conto anche della liquidità (e di eventuali debiti con i soci), ci sono soltanto tre società in territorio positivo: il Napoli (+56 milioni), l’Atalanta (+47) e la Fiorentina (+44). Tra le grandi vanno sottolineati il basso indebitamento del Milan (-28), il miglioramento della Juventus (da -389 a -153) e, all’opposto, gli squilibri di Inter (-350) e Roma (-346). Con una precisazione: bianconeri e giallorossi hanno potuto contare sulle corpose iniezioni di capitale degli azionisti, rispettivamente 400 e 206 milioni nel corso dell’ultima stagione. Tra le altre squadre, preoccupano i 109 milioni di indebitamento finanziario della Sampdoria.
Un’azienda normale, con questi fondamentali, dovrebbe abbassare le serrande. Nel calcio italiano non succede anche perché gli stakeholder continuano a nutrire fiducia verso uno spettacolo che interessa a 30 milioni di persone nel solo territorio nazionale: ne sono una prova le numerose offerte pervenute alla Lega da parte di banche d’affari e fondi d’investimento, attratti dai margini di sviluppo del settore. Le plusvalenze, risalite un po’ fino a quasi 500 milioni nell’ultimo anno ma non ai livelli massimi del pre-Covid (oltre 700 milioni), hanno ridotto in parte lo sbilancio. Il conto economico 2021-22 della Serie A si è chiuso così con una perdita di 1027 milioni: 2 club su 20 in utile (Atalanta e Fiorentina), grazie alle ricche cessioni. Per il resto, un bagno di sangue. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.