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Ikonè in panchina è la prova che a gennaio servono giocatori pronti. Italiano aveva chiesto Berardi

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Ikonè in panchina è la prova che a gennaio servono giocatori pronti. Italiano aveva chiesto Berardi

Flavio Ognissanti

6 Febbraio · 14:04

Aggiornamento: 6 Febbraio 2022 · 14:04

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Firenze, stadio A.Franchi, 05.02.2022, Fiorentina-Lazio, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

Non è una critica verso Ikonè, nessuno sta mettendo in dubbio le sue qualità e se è stato preso, se è stato una colonna del Lille che incredibilmente ha vinto il campionato francese contro il colosso miliardario del Psg, di certo non è stato per caso. Ikonè è un talento che bisogna coltivare, proteggere, aspettare per poi goderselo.

Poi ci sono i momenti e le situazioni. Il mercato di gennaio è un mercato particolare, un mercato che arriva nel bel mezzo della stagione, nel pieno di partite da giocare, delle competizioni. Raramente ci sono stati giocatori arrivati a gennaio che hanno subito avuto un impatto devastante nel rendimento di una squadra e dei risultati. A memoria ricordiamo negli ultimi 20 anni solo Balotelli nel Milan (e chi se lo scorda, aiutato anche dai tanti rigori) e Salah nella Fiorentina. Parliamo di due calciatori di valore assoluto (quello era  Balotelli nel massimo del suo splendore, portava la nazionale in finale dell’Europeo e che abbatteva da solo la Germania). Non si tratta dunque di una cosa comune.

I giocatore che vanno inseriti in una squadra a gennaio devono essere giocatori pronti, che conoscono la lingua, che conoscono il campionato e che devono sapersi inserire subito. Poi ci sono anche operazioni fatte per anticipare le mosse per giugno e per far inserire pian piano i ragazzi nel contesto squadra. Ma non è l’esempio di Ikonè. Preso dalla Fiorentina per incidere subito nella squadra in un ruolo dove la squadra di Italiano potevano contare solo su Nico Gonzalez. Al netto della crescita di Sottil e della mediocrità di Callejon

In questo senso non è un mistero che Italiano aveva espressamente richiesto Domenico Berardi, stella del Sassuolo, campione d’Europa con l’Italia, che avrebbe portato anche tanti gol alla squadra. Quei gol persi inevitabilmente con la cessione di Vlahovic. Berardi aveva già fatto sapere di accettare subito la destinazione Firenze. Ma la società viola ha fatto un’altra scelta, con Ikonè che costava di meno e che dà la possibilità in futuro anche di portare delle plusvalenze considerata la sua giovane età (Non scandalizziamoci, la Fiorentina di Commisso ha dimostrato di vedere anche questo aspetto). Berardi era pronto, si sarebbe subito inserito.

Alla lettura delle formazioni contro la Lazio l’esclusione di Ikonè ha destato molto stupore, il francese è arrivato a Firenze subito dopo Natale e si allena con la squadra da ormai un mese e mezzo ma com’è normale e ovvio che sia, un ragazzo che non sa la lingua, che non conosce questo campionato, questo paese e che non conosce minimamente la squadra e i suoi schemi, con tutto ciò che ne consegue, non si inserisce immediatamente. Sarebbe stato strano il contrario.

Per questo motivo non bisogno bollare Ikonè come un colpo sbagliato, semplicemente non può avere l’impatto immediato che qualcuno aveva dato per scontato. Il calcio non è la play station.

Flavio Ognissanti

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