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Juric attacca: “Ho preso due schiaffi e sono stato zitto. A Verona ho svoltato grazie ad Amrabat”

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Juric attacca: “Ho preso due schiaffi e sono stato zitto. A Verona ho svoltato grazie ad Amrabat”

Redazione

15 Ottobre · 22:57

Aggiornamento: 15 Ottobre 2022 · 22:57

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Ivan Juric ha parlato in conferenza stampa dopo la sconfitta contro la Juventus, il tecnico del Torino ha citato anche Amrabat, il centrocampista della Fiorentina esploso proprio a Verona con il tecnico granata. Le sue parole:

Avete fatto una serie macroscopici di errori tecnici: è il rimpianto?
“Sì. Sono d’accordo: tutte le occasioni della Juve, dalla prima, sono stati errori pesanti dal punto di vista tecnico e senza senso. Sono errori banali sia nel primo che nel secondo tempo, normalmente non te li aspetti. E’ il più grande rammarico”

Manca una punta?
“Nel secondo tempo ci ho visto meglio, creando di più. Nel primo tempo potevamo fare di più, senza punte centrali devi lavorare di più. Il rammarico è quello di prima: abbiamo fatto errori aprendo il campo alla Juve”

Nel primo tempo si poteva fare di più?
“L’abbiamo preparata come sempre, poi ci mancava uno spunto vincente nel vincere un uno contro e creare superiorità. Potevamo fare qualcosa in più, ma spirito e idee erano gli stessi. Poi hanno giocato palla lunga”

Siete stati troppo nervosi?
“Ci sta perdere palla se gli altri fanno pressing, ma normalmente non facciamo questi errori. Noi abbiamo fatto un altro tipo di errori rispetto al solito”

In lei e nello spogliatoio c’è frustrazione?
“E’ un discorso più ampio. Quando sei a Torino, puoi fare un anno di rinascita come l’anno scorso e si vedevano le cose in un certo modo, ma poi non va più bene: senza niente togliere a Verona, dove accettano una situazione, a Torino non l’accettano e si crea frustrazione all’esterno. Il Toro deve valere di più, ma io guardo la realtà: so bene qual è e cosa abbiamo fatto, ora lo devo trasmettere. E’ un lavoro difficile, nella vita bisogna porsi obiettivi realistici. Io posso solo lavorare con i ragazzi che danno sempre il massimo”

Cosa sta succedendo al Toro?
“Con l’Empoli è stata tra le più belle della mia epoca, quindi non la vedo così”

Come si tira su il morale?
“Vogliamo passare in coppa Italia martedì e riprendere la strada. Ci sono momenti positivi e altri in cui ci dobbiamo adattare, ma il campionato è appena iniziato e dobbiamo riprenderci subito”

E’ stato bello l’apporto dei tifosi?
“E’ stato bellissimo l’ambiente, c’è stato un grande sostegno: mi dispiace non fare qualcosa in più. Come allenatore, non riesco a dare qualcosa in più a questa piazza. Ma non riesco a fare un passo in più. C’è una buona squadra, ma non riesco a dare le soddisfazioni che la piazza si merita. So che ha fatto tante cose belle, che lavoriamo come cani e abbiamo avuto tanti problemi, ma cazzo non riesco a spingervi su. Ma non è rassegnazione”

A gennaio cosa servirà?
“Non chiedo rinforzi. Ho preso due schiaffi e ho fatto due passi indietro. Io ho sempre litigato e lavorato, anche a Verona abbiamo fatto tanti litigi e abbiamo preso Amrabat cambiando la stagione. Su certe cose però non arrivo e io mi devo concentrare sulla squadra: questi ragazzi si allenano al top, ma dedico le mie energie sul campo. Il primo mercato a Verona è stato turbolento e abbiamo fatto risse, poi mi sono tirato indietro ma avevano capito cosa volevo e non c’era più bisogno che facessi il pazzo”

L’addio è vicino?
“Io non comando. Noi siamo il Toro: abbiamo fatto un primo anno strepitoso. Per arrivare decimi, e sarebbe uno scudetto, devi avere entusiasmo. A Verona mi chiedevano perché non fossi felice nonostante un nono posto, io volevo andare in Europa. A Torino non va bene il 12esimo o 13esimo posto, io mi sento una persona che non riesce a dare soddisfazioni. Non riesco a fare un passo. Io mi critico sempre, mi chiedo “Ivan, perché non batti l’Empoli?” e mi dico di fare qualcosa di più. Siamo tutti insieme, ma io non riesco a dare questa cosa qua”

Manca qualità nella sua squadra?
“Ci sono situazioni in cui può avere giocatori migliori o non migliori. Ho sempre valorizzato i giocatori, se a me danno contratti così importanti è perché i giocatori crescono di valore. Il mio lavoro è prendere giocatori e portarli ad un altro livello. Non ho mai avuto grandi giocatori, io cerco sempre la chiave giusta per farli crescere e per questo vengo apprezzato”

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