In Giappone esiste un manga, un fumetto nella tradizione nipponica, con al centro Firenze, la Fiorentina e anche lo stadio Franchi, con la torre di Maratona che spunta sulla copertina del nono numero. Una serie che ci ricorda Holly e Benji (Capitan Tsubasa il titolo originale), ma ambientata solo nel club gigliato tra il 1992 e il 1995. La storia raccontata, però, è totalmente inventata. Anche se ai tifosi piacerebbe visto che si conclude con la vittoria dello scudetto. L’eroe di quella cavalcata, ideata e disegnata da Tsukasa Aihara, è in realtà un immaginario fuoriclasse giapponese che dopo aver abbandonato casa, il proprio Paese e il proprio continente, vuole fare la differenza nel grande calcio italiano, in quegli anni considerato il migliore al mondo. Si unisce alla Fiorentina con l’obiettivo di portarla in trionfo e alla fine ci riesce davvero. I campioni «reali», da Rui Costa a Batistuta, presenti nelle prime pagine e già noti al pubblico giapponese del tempo sono costretti ad accontentarsi di un ruolo secondario come spalla del loro nuovo compagno, che col passare dei mesi diventerà pure il capitano della squadra.
La saga a fumetti ispirata al calcio fiorentino si chiama «Viva!Calcio» ed è rimasta in vita dal 1993 al 2000 con la pubblicazione di venti volumi totali. Curioso come nel primo il protagonista indossi la maglia del Milan, per poi evidentemente cambiare squadra e arrivare a Firenze a partire dall’uscita successiva, che infatti si apre con una foto di squadra in cui indossa la storica maglia sponsorizzata «7up». L’altra utilizzata in quegli anni, che compare nel fumetto, è targata «Sammontana». È evidente la cura nel riportare ogni dettaglio. Molto belle le copertine, con un viola acceso che fa la sua parte. In quella del numero 16 è raffigurata un’epica sfida contro la Juventus, mentre nell’ultima i calciatori della Fiorentina festeggiano la vittoria della serie A tenendo in mano un’enorme bandiera col giglio. Con un po’ di pazienza in rete è ancora possibile acquistare qualche copia o addirittura un cofanetto completo. Non si sa molto sulla popolarità del prodotto, ma certo è che in quegli anni il manga sportivo vive di ottima salute; una tradizione iniziata con le Olimpiadi di Tokyo del 1964, quando inizia a essere definito con un termine tutto per sé, «Spokon». Calcio, ma anche basket («Slam Dunk») e pallavolo («Mila e Shiro», «Attacker You!» il titolo giapponese). Lo riporta il Corriere Fiorentino