
La mossa a sorpresa è stata la scelta di far partire dal primo minuto Beltran contro il Cagliari, il calciatore argentino aveva giocato titolare in Belgio contro il Genk e poi in campionato era toccato a Nzola contro Udinese e Frosinone. L’attaccante ex Spezia aveva fatto una buona prestazione nel turno infrasettimanale di campionato, una partita macchiata dagli errori sotto porta che hanno poi di fatto, nascosto quanto di buono era stato fatto. Nzola si era mosso bene, aveva dialogato bene con i compagni, si era creato anche un paio di occasioni, prima di perdersi sempre nella finalizzazione.
Ieri è subentrato a Beltran al minuto 75 e subito ha avuto due occasioni, la prima sprecata (anche se era fuorigioco) la seconda invece non è stata fallita mostrando freddezza e precisione. Sono bastati poco più di 15 minuti a Nzola per avere due occasioni. Diverso il destino di Beltran che ancora non è riuscito mai a tirare in porta in 353 minuti, 4 volte partito anche da titolare. L’argentino ha grandi qualità ed ha la stoffa per diventare un top player ma serve tempo come successo i primi mesi in Italia per due come Batistuta e Lautaro Martinez. Quindi calma e zero pressioni, arriverà anche il suo momento e da quel momento ci sarà da divertirsi.
Ad oggi la squadra funziona meglio con Nzola, che dà più possibilità di giocate alla manovra, come per esempio il gol di ieri che nasce da una palla lunga, ma anche a Frosinone alcune occasioni erano nate nella stessa maniera. Se analizziamo le partite in cui la Fiorentina ha creato più occasioni da gol: ovvero contro Genoa, Rapid Vienna a Firenze e nella gara contro il Frosinone, in campo c’era sempre l’attaccante africano, non è un caso. Nzola crea spazi e con i suoi movimenti fa inserire diversi compagni, deve migliorare nella finalizzazione, il gol di ieri deve essere solo il primo di una lunga serie.
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