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L’intercettazione: “Non potevamo dare il rigore alla Fiorentina contro il Milan, ma era fallo su Pazzini”

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L’intercettazione: “Non potevamo dare il rigore alla Fiorentina contro il Milan, ma era fallo su Pazzini”

Redazione

17 Aprile · 14:54

Aggiornamento: 17 Aprile 2023 · 15:06

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Calciomercato.com ha potuto visionare la famosa chiavetta di Luciano Moggi, quella che l’ex dirigente della Juve ha consegnato ad Andrea Agnelli alla fine di dicembre dello scorso anno all’assemblea dei soci, dopo la nomina del nuovo CdA bianconero. Il tutto verrà divulgato dalla trasmissione Report in onda lunedì su Rai Tre.

Nelle 33 pagine di documento, corredato di file audio, è possibile leggere e ascoltare molte intercettazioni tra alcuni volti noti del calcio di allora, come il presidente della FIGC Franco Carraro, il presidente del CONI Gianni Petrucci e l’addetto agli arbitri del Milan Leandro Meani. Di seguito vi riportiamo una prima cernita dei contenuti che Moggi stesso considera decisivi perla sollevazione della società bianconera da tutte le colpe storicamente attribuitele.

Il grande potere di Moggi secondo il PM Giuseppe Narducci derivava dalle telefonate intercorse tra il dirigente della Juve ed il Ministro dell’Interno Giuseppe Pisano.
-La cordialità tra Moggi ed il ministro Pisano, deriva dal fatto che quest’ultimo ha vissuto parecchio tempo a Monticiano (paese natale di Moggi) ed ha sposato una sua paesana. Da ciò deriva la loro frequentazione. Sarebbe stato opportuno che Narducci chiamasse a testimoniare il ministro Pisano, cosa che non ha fatto. Perché non lo ha fatto?
– Pisano non aveva nessun potere per rinviare gare, in quanto questo potere spettava esclusivamente al Presidente di Lega, dott. Adriano Galliani. La telefonata tra Moggi e Pisano era una telefonata conoscitiva di un amico.

Segue una telefonata tra Meani e Galliani, in cui il secondo dà prova di anteporre l’interesse del Milan a quello delle altre squadre nella gestione del calendario in seguito alla morte di Papa Wojtyla. Meani, dopo Calciopoli, è stato tolto dalla lista dirigenti rossonera. Perché, si legge, questo non è mai stato notato?

Addirittura sono riportati gli scambi tra Meani e l’arbitro Massimo De Santis prima di un Fiorentina-Milan dell’aprile del 2005, con la prima in lotta per la retrocessione e la seconda in lotta con la Juve per il titolo:

“Tutti hanno visto cosa è successo in campo: compreso il rigore non dato alla Fiorentina per intervento di Pancaro su Pazzini; senza ammonizioni per nessuno, nonostante il gioco rude”

Qui non si può tacere in merito alla telefonata del 29.4.2005, prima della partita arbitrata da De Santis:

M: Ti spiego domani dov’è per te la madre di tutte le battaglie, noi domani abbiamo Nesta che è diffidato.
D: Eh OH, non facesse lo scemo perché io dopo quello che ho fatto a Torino non posso fa diversamente…
M: Certo Certo…non deve fare lo scemo…però dico non inventare un cazzo se no ti viene fuori un disastro…
D: Anche perché io a Torino alla fine c’avevano due diffidati, tutti e due li ho presi eh!
M: la madre di tutte le battaglie è quella li che i nostri giornalisti e tutto l’ambiente è li che ti aspetta che se viene fuori una cosina su Nesta di ammazzano.

La partita fu rude: i giocatori della Juve volevano fare dichiarazioni dopo aver visto gli highlights della partita, ma Moggi impedì tale fatto facendo fare silenzio stampa alla squadra. Il lunedì successivo alla partita Milan-Fiorentina De Santis telefonò a Meani e gli disse: “Hai visto: sono riuscito a far fare silenzio stampa alla Juventus” e Meani: “sei un amico. Lo dirò al capo!””.

Nel deferimento del 2006 del Procuratore Federale del 22.6.2006, si contestava al Meani di “aver agito al fine di ottenere l’assegnazione di determinati assistenti per le partite del Milan”, in violazione dei doveri di lealtà, probità e correttezza. Tra il 17 ed il 20 aprile 2005, ottenuta la designazione degli assistenti Babini e Puglisi per la partita Milan-Chievo del 20.4.2005, “raggiungeva telefonicamente i 2 assistenti e formulava loro, al fine di alterare lo svolgimento della gara, la raccomandazione di decidere nei casi dubbi in favore del Milan”.

E in tutto questo, Collina? Pierluigi Collina, arrivato al tramonto della sua carriera, chiamava Meani sorridendo: “Ma hai fatto tu la designazione?” gli chiedeva scherzoso. Nella Supercoppa Italiana giocata tre anni prima a New York, Juventus-Milan, Collina ebbe come assistente “designato” proprio Puglisi e sapendo dei rapporti da lui intrattenuti con Meani, avrebbe dovuto ricusarlo, ma così non fece, anche perché Collina aveva lui stesso rapporti con Galliani e Meani, e con la Opel, che era lo sponsor sia suo sia del Milan.

Un altro nodo-chiave è la partita tra Siena e Milan della primavera del 2005: si citano le intercettazioni tra Meani e Rosetti, intimato di espellere “due o tre giocatori” in Lecce-Siena di qualche giorno prima per facilitare le cose ai rossoneri. “Caso vuole che Rosetti nel corso di Lecce-Siena abbia ammonito 5 giocatori del Siena, di cui uno diffidato che non giocò con il Milan”.

Il Milan quella partita contro il Siena la perse per 2-1, ed è difficile, si legge, capire perché Collina avesse cercato telefonicamente prima Meani e poi Galliani. Da quello che si comprende dalle intercettazioni Collina aveva paura che i dirigenti milanisti fossero incazzati con lui perché non aveva dato un rigore a favore del Milan. Galliani però disse a Collina che il Milan non ce l’aveva assolutamente con lui. “Forse perché l’arbitro portava lo stesso sponsor del Milan, la Opel?”.

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