19 Aprile 2025 · Ultimo aggiornamento: 17:08

Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
Mille sfumature di Kean, un po’ Lukaku e un po’ Vlahovic. Il bomber da sballo fa sognare la Fiorentina

Firenze, Stadio Artemio Franchi, 27.10.2024, Fiorentina-Roma, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

Rassegna Stampa

Mille sfumature di Kean, un po’ Lukaku e un po’ Vlahovic. Il bomber da sballo fa sognare la Fiorentina

Redazione

5 Novembre · 09:11

Aggiornamento: 5 Novembre 2024 · 09:11

Condividi:

Kean vorrebbe sempre esserci, anche con una caviglia non al massimo della forma

Sì, oltre i numeri (ovvero i gol segnati fino ad oggi), c’è davvero di più. Molto di più. E Moise Kean ha iniziato anche a sorridere. A guardare avanti con l’ottimismo che l’avventura nella Juventus (come il blitz nel Psg) avevano dissolto. Annullato. Kean e la Fiorentina hanno acceso insieme un qualcosa di fantastico e da vivere tutto d’un fiato. Con obiettivi e ambizioni da mettere sul piatto, sotto la luce del sole, e non da tenere nascosti. Macchè. Kean è un attaccante forte. Micidiale. Potenza fisica e agilità, visione della porta e coraggio. Roba che a Firenze non si vedeva da tempo. E che forse, dal giorno dell’addio di Vlahovic, si era provato a sognare. Senza successo. Kean – e a questo punto i numeri della stagione diventano un passaggio irrinunciabile – ha segnato otto gol da quando indossa la maglia viola: tre in Europa (fra preliminari di Conference e sfide del gironcino) e cinque in campionato. Lui che si era portato dietro dalla Juve, quello ‘zero reti’ stagionale che per molti era semplicemente un pessimo biglietto da visita.

Kean però a Firenze ha trovato tutto. Un allenatore che crede in lui come un matto, un contratto che gli ha fatto capire quanto la Fiorentina abbia fiducia nelle sue qualità, una squadra dove con lui al centro dell’attacco, tutti hanno ottenuto un qualcosa in più. Perfetto. Semplicemente perfetto. Moise è un ragazzo per bene e lo si capisce anche quando (ed è giusto farlo) decide di tirare fuori quesi (fastidiosi) sassolini dalle scarpe, raccontando di come lui credesse in queste sue qualità esplose in viola, mentre dalle parti di Torino facevano in fretta i conti per farlo andare via. Senza rimpianti.

Andiamo sulla tattica e sulla Nazione. Situazioni pregiate nella carriera ritrovata del centravanti. I suoi movimenti, in ogni partita, sono la chiave del gioco della Fiorentina. Lui è lassù, il centravanti, il riferimento, pronto e lesto a sfruttare (come è stato contro il Toro) la minima distrazione della difesa avversaria. Ma lui, Moise lo fotografi anche più indietro a scambiare con Beltran, a recuperare un pallone, a sgomitare fra gli avversari per aiutare la linea offensiva che Palladino gli ha tirato su alle sue spalle. Quella per intendersi che vede la sintonia fra Colpani, Beltran (lì dove ci sarà Gud) e Bove o magari Sottil. Kean si muove con la potenza di Lukaku e l’agilità del Vlahovic (ma quello dei tempi migliori). Lotta e spara palloni. E segna.

Che poi è anche quello che gli chiede e gli chiederà di fare sempre di più, Luciano Spalletti. E’ lui – in coppia con Retegui, certo – il futuro della Nazionale italiana. Spalletti conosce e sta seguendo sempre con maggiore attenzione la crescita di un attaccante che la squadra azzurra (proprio come è stato per la Fiorentina) sta cercando con ansia. Moise e l’Italia hanno in comunque voglia di riscatto e di regalare emozioni e poi, negli schemi del ct, la sua presenza rappresenta una garanzia (anche questo come sta accadendo a Firenze) di personalità e inventiva.

Non si pone traguardi personali, Kean. Nessuno sentirà dirgli che punta a quota… tot gol. E la ragione è semplice. Moise vuole viversi tutto al massimo, alla grande e con la testa libera da lacci e proiezioni che in passato qualcuno gli cuciva sulle spalle per poi, un attimo dopo, fargli pagare un conto spietato.

E siamo alla sua condizione fisica. Al problemino alla caviglia che rende altalenante la sua presenza fra i titolari. Oggi sì, domani forse o meglio di no. Ma lui vorrebbe sempre esserci. Sempre e comunque. Anche con una caviglia così e così, perché il dolore non può battere l’orgoglio. Lo diceva un certo Batistuta, questo. Anche quando le sue caviglie chiedevano aiuto, ma lui voleva solo giocare e segnare. Punto. Lo scrive La Nazione. 

Corriere Fiorentino: “I cinque principi del Palladino pensiero: dalla semplicità alla personalità”

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Testata giornalistica | Autorizzazione Tribunale di Firenze n.6004 del 03/11/2015
Edimedia editore | Proprietario: Flavio Ognissanti | P. IVA: IT04217880717
CHI SIAMO

© Copyright 2020 - 2025 | Designed and developed by Kobold Studio