Amministrazione e Fiorentina hanno (ri)trovato l’armonia e il dialogo sullo stadio che verrà. Ma gli interrogativi che ruotano attorno al futuro della squadra – intaso come campo di gioco – resta sempre in primo piano. Si aspetta, infatti, di capire se durante i lavori i viola potranno continuare a giocare al ’Franchi’ oppure no. Il club viola ha già vissuto una situazione del genere, durante i lavori per i Mondiali del 1990. Una profonda trasformazione dell’impianto che costrinse Baggio, Nappi e compagni a emigrare a Perugia per le gare di Coppa Uefa, mentre a Pistoia e Arezzo anche per le partite di campionato. Rispetto ad allora, però, non c’è da eliminare la pista di atletica e abbassare il terreno di gioco, rispetto a quanto prevedeva il progetto commissionato dal Marchese Ridolfi all’architetto Nervi.
Stavolta si potrebbe ipotizzare lavori a blocchi. Ma solo dopo la consegna del progetto definitivo, si potranno avere risposte certe. Probabilmente a gennaio – previsione ottimistica –, altrimenti qualche mese più tardi. La Fiorentina, comunque, si sta già guardando intorno, nel caso dovesse essere costretta a traslocare. La soluzione più ’comoda’ sarebbe Empoli – contatti ben avviati in questo senso –, ma è chiaro che in caso di impegni europei bisognerà valutare altre opzioni che permettano una capienza maggiore. Lo scrive La Nazione.
Tuttosport, non solo la Fiorentina su Schuurs, c’è anche il Torino: servono 12 milioni di euro