L’arbitro Simone Sozza non è sotto processo e non sarà fermato. Secondo il designatore Gianluca Rocchi infatti, il 35enne direttore di gara di Segrate (Milano) è uno degli emergenti migliori della Can A e anche a San Siro ha fatto una buona partita. La scelta di puntare forte su di lui, già fatta da tempo, non è in discussione: da gennaio Sozza sarà promosso internazionale.
Mentre i social viola bollono di rabbia per gli episodi del Meazza, la consueta analisi post partita dei nostri vertici arbitrali non ha prodotto quello che molti auspicavano: per l’Associazione Italiana Arbitri l’unico episodio giudicato male in campo è il contatto tra Rebic e Duncan da cui è partita l’azione del 2-1 milanista a tempo scaduto. In quel caso, Sozza ha lasciato correre e neanche il Var è intervenuto, mentre quel fallo andava fischiato. Nulla di clamoroso comunque secondo Rocchi, anche perché la partita di domenica è stata giudicata difficile, con molti episodi al limite del regolamento.
E l’«incredibile» (così lo ha definito Ikoné sui social, dove anche ieri il francese ha postato foto dell’episodio incriminato) intervento di Tomori? E la presunta carica di Rebic su Terracciano? Episodi di campo secondo gli arbitri, dopo i quali, in alcun modo, il Var sarebbe potuto intervenire.
Da protocollo infatti, gli arbitri al monitor intervengono solo in caso di grave errore del direttore di gara, cosa che, a giudizio del varista di San Siro Fabbri e dello stesso Rocchi, non c’è stata. Per quanto riguarda l’ultimo episodio invece, il salto di Rebic in area piccola è stato considerato non punibile in quanto l’ex viola non carica il portiere ma tenta la giocata.
Fine della storia, insomma.
Sozza non rischia lo stop come fu per Valeri dopo gli errori di Fiorentina-Inter (il mancato rosso a Dimarco gli costò un turno saltato su indicazione di Rocchi), mentre la Fiorentina dovrà leccarsi le ferite in casa propria. Domenica sera Italiano ribolliva di rabbia ma si è morso la lingua «per — parole sue — non sporcare la prestazione della squadra». La dirigenza invece ha scelto la via del silenzio, ma non è un mistero che dopo Udine (fu Commisso a lamentarsi per un fallo su Venuti nell’azione decisiva), il fallo di Kasius a Bologna su Quarta prima del cross del 2-1 e i già citati episodi del Franchi con l’Inter (proteste veementi ci furono anche per una spinta di Dzeko su Milenkovic un attimo prima del gol-partita nerazzurro), gli animi comincino a essere bollenti. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
Pioli: “Vincere partite come contro la Fiorentina significa crederci, avere spirito e avere qualità”