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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
Non gli avevano detto che Maradona fosse morto, Bilardo lo ha scoperto da un documentario

Rassegna Stampa

Non gli avevano detto che Maradona fosse morto, Bilardo lo ha scoperto da un documentario

Redazione

8 Marzo · 12:23

Aggiornamento: 8 Marzo 2022 · 12:23

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Diceva che Maradona era il figlio maschio mai avuto. E, fino all’altro ieri, era l’unico a non sapere della sua morte. Carlos Salvador Bilardo, 83 anni, ex allenatore dell’Argentina campione del Mondo nel 1986, su consiglio dei medici doveva accontentarsi di risposte fumose per evitare traumi emotivi. «Diego dov’è?» . «E chi lo sa, in giro per l’Europa».

Il suo pupillo, l’adorato capitano di un’impresa sovrumana. Per mesi lo hanno protetto da una notizia che non avrebbe fatto bene alla sua salute minata dalla sindrome di Hakim-Adams, o idrocefalo normoteso, una malattia neurodegenerativa spesso confusa con il Parkinson e l’Alzheimer per certi sintomi che combaciano, dall’andatura difficoltosa al decadimento mentale. Però ci è arrivato da solo, perché questo è un mondo permeabile e senza segreti. Un documentario gli ha chiarito il concetto vago di «in giro» e di «Europa».

Come dire qui accanto a te e da nessuna parte, in una piega del tempo, certo non dove lo pensavi tu. Il «dottore», soprannominato così per una laurea in medicina tenuta nel cassetto che però ha chiarito dalla prima lezione il concetto di irreversibilità, davanti alla televisione si è comportato proprio come un padre con i poliziotti sulla porta di casa: è rimasto in silenzio, si è limitato a unire le mani e ha chinato la testa. Non poteva funzionare per sempre. Il 25 novembre 2020 è un pianeta distante anni luce che però incombe come tutte le date dei grandi congedi. La solitudine e l’oscurità mi hanno appena derubato dei miei oggetti di valore avrebbe detto Freud. Maradona morto.

«El Narigon» ha preso atto, chi ha cercato di proteggerlo anche. Non esiste più la scappatoia nell’oblio, prendiamone atto tutti. Il nasone stratega che mise un’intera squadra a disposizione del suo lider maximo e ha continuato a pensarlo errante chissà dove si è arreso all’evidenza dimostrando che nemmeno il decadimento mentale mette al riparo dalla memoria e dal dolore. Noi arrendiamoci al fatto che la realtà prima o poi viene a stanarci: la nostra data di nascita ci colloca dentro la Storia e di lì non ci scappa.

Ricordate Goodbye Lenin, la più clamorosa forma di omertà sperimentata dal cinema? Bilardo si è trovato nella condizione di Christiane, comunista ortodossa finita in coma per attacco cardiaco mentre la Storia fa il suo corso e il Muro di Berlino viene abbattuto. Il figlio Alex capisce al volo al prudenza dei dottori: lo choc in seguito al crollo del sistema sociale in cui credeva potrebbe essere fatale, meglio farle credere che non sia successo niente, lasciarla nell’illusione del suo placido sonno. Una condanna o un privilegio che nessuno può più permettersi. Lo scrive La Nazione

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