Su Repubblica oggi in edicola troviamo un’intervista a Pepito Rossi: “Mi resi conto della rivalità quando lasciammo l’albergo per andare allo stadio: migliaia di tifosi, lungo la strada, ci incoraggiavano. Non c’era più bisogno di motivazione, il problema è che dagli spogliatoi uscimmo con il piede sbagliato. La loro esultanza? Quella ci fece arrabbiare. Soprattutto Pogba, quando fece il gesto della mitragliata. La vedemmo come un atto di sfida. Quel gesto era proprietà della Fiorentina, era il simbolo di Batistuta.
Cosa ci disse Montella? Di darci una svegliata. La rimonta? Dopo il rigore dell’1-2 lo stadio esplose, la Juve fece l’errore di mettersi troppo indietro. Ma lì è stato decisivo il tifo, era una cosa devastante. E dopo i due gol successivi io e Cuadrado ci eravamo seduti sui cartelloni pubblicitari e non potevamo respirare. Non avevamo più fiato per quanto avevamo gridato. Cosa è successo sul 4-2? Il pandemonio. Non sapevo come esultare e andai sulla bandierina. Tutti i ragazzi addosso. Giuro, non riuscivo a respirare. Cuadrado mi fa da barriera, sopra di me, si incurva per liberarmi. Diceva agli altri, fatelo respirare. Due ore dopo, stavo andando via dallo stadio quando mi dissero: Pepito, affacciati fuori, la gente ti vuole. Erano centinaia rimasti in attesa, cantavano ‘Il Fenomenooo il Fenomenooo”. Gente di sessant’anni piangeva”.
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