Stavolta ci siamo rimasti male. Tutti, dal primo all’ultimo. Stavolta non ci sono scuse: arbitri, sfortuna, errori sotto porta, casualità… niente e nessuno potrà cambiare il giudizio finale. Fiorentina-Cagliari è finita 1-1, ed è giusto così. La classica occasione persa. Stavolta, infine, qualcuno si deve assumere le proprie responsabilità, e deve cambiare. Ad un quarto del campionato (9 giornate su 38) si possono emettere giudizi: magari non definitivi, bensì autorevoli ed argomentati.
PIOLI, COSI’ NON SI PUO’ ANDARE AVANTI. Andiamo dritti al punto: contro il Cagliari la Fiorentina ha giocato in nove: senza Pjaca e senza Simeone. Mettiamoci il vento e la grande disposizione tattica di Maran, ma Fiorentina-Cagliari è sembrata una lotta impari. A favore degli isolani. Ok, il primo tempo loro giocavano a favore di vento: sul piano del gioco non c’è stata gara, la Fiorentina non usciva, soffriva il pressing alto dei rossoblù, gettava la palla avanti che la forte brezza, regolarmente respingeva. Nel secondo le parti, in teoria, si dovevano invertire: viola a favore di vento e per questo favoriti. Questo è valso per i primi 20 minuti, fino al rigore di Veretout, poi siamo tornati al mediocre tran tran: palla al terzino di turno (una volta Milenkovic, una volta Biraghi) e lancio lungo, che il povero Simeone non poteva raccogliere. Scarico sul regista? Zero! Anche perchè il regista non c’è. Scarico sulle mezzeali? Pochissimo, quasi niente. Anche perchè le mezzeali non ci sono. Quantomeno non si capisce come giochi la Fiorentina di Pioli: un teorico 4-3-3, per poi vedere Gerson che si accentra, Edimilson anche, la manovra che nasce dai terzini. Che hanno piedi… da terzini. Quando poi la palla giunge alla mezzala/esterno alto di turno arrivano i problemi. Pjaca è l’ombra di se stesso, Gerson perde regolarmente il pallone, l’unico è Federico Chiesa che sembra un calciatore con la partita I.V.A: cioè gioca in proprio. E spesso ci riesce. Se poi lanci il pallone verso il centravanti è come dichiarare palla persa. In mezzo a questo grigiore, Edimilson ha dimostrato di essere migliore di Benassi (e potrebbe giocare vertice basso), Veretout riesce sempre a dare il suo apporto (nonostante ruolo e posizione palesemente sbagliate). Chiesa, lo abbiamo detto, fa storia a se. Pjaca? Non pervenuto. Simeone? Non pervenuto. Per questo titoliamo che è il momento di cambiare. E del resto è stato lo stesso Pioli che ha ammesso la possibilità di variare assetto tattico: chessò… un 4-2-3-1 con Pjaca tra le linee, più coinvolto nell’azione e più vicino all’area di rigore. Un 3-4-3 con Mirallas falso nueve che faccia le veci di Insigne in nazionale, di David Villa nella Spagna mondiale, di Maertens nel Napoli di Sarri. Un 3-4-1-2, sempre con Pjaca fulcro della manovra, e Mirallas (o anche Simeone) affiancato da Chiesa seconda punta. La pianticella, una delle poche note liete di stasera.
OCCORRE UN VICE-SIMEONE: non abbiamo problemi ad ammetterlo, Corvino ha sbagliato. Serve un vice-Simeone come il pane. Il cholito sta passando una crisi acutissima, addirittura sembra peggiorato rispetto alla stagione scorsa, quando Badelj e la posizione avanzata di Veretout lo aiutavano. Lo assistevano. Oggi Giovanni sembra sfiduciato, sembra vuoto, senza forze. Sembra spento. Non pressa, non rincorre, sbaglia i soliti gol davanti alla porta, addirittura si fa anticipare col colpo in canna. Intendiamoci, non è una bocciatura. E’ la volontà di proteggere la Fiorentina che, in caso di fallimento totale del cholito, non può arrivare in fondo senza un centravanti di riserva. A meno che qualcuno non consideri Vlahovic abile ed arruolato. E allora tornano di moda i nomi di Paloschi, Borriello, Pinilla, addirittura di Pepito Rossi. Che in una data come questa, vicino al 20 ottobre, ci fa scendere una lacrima. Noi facciamo un appello a Corvino ed a Pioli: il primo (a gennaio) deve porre rimedio, perchè in una stagione simile, dove la Roma ed il Milan mostrano segni di cedimento, sarebbe un peccato non approfittarne. Il secondo deve rendersi conto che così com’è, la Fiorentina non funziona. Almeno fino al giorno in cui Pjaca vincerà le partite da solo. Se mai questo giorno arriverà. Fino ad allora, però, i viola devono giocare 11 contro 11: magari con meno qualità, ma con più quantità. Con più spessore. Avanti mister Pioli, non vorrà mica dare ragione a chi dice che lei il secondo anno…