«Il Franchi col progetto Arup non si farà mai, è il segreto di Pulcinella. Se Dario non si ferma, rischia di far finire tutto alla Corte dei Conti». Il sermone è lo stesso del 24 aprile, quando il senatore di Italia Viva, Matteo Renzi, convocò la stampa in piazza della Signoria per lanciare il suo piano-stadio: alt al progetto Arup, dirottare i fondi del Pnc sulla città e far trattare Palazzo Vecchio col governo Meloni per intascare una compensazione ai 55 milioni definanziati dopo il niet di Bruxelles. Il tutto, rifacendo il Franchi col progetto dell’architetto Marco Casamonti, dopo aver ottenuto la cancellazione del vincolo sulle curve. Ma ieri la messa è arrivata da un altare diverso: la sala Macconi di Palazzo Vecchio a un giro di corridoio dal Salone dei Cinquecento. Una scalata quella di Renzi, dalla piazza all’arengario sù, verso la vetta del palazzo, che sa di sfida: Italia Viva c’è e soffia sul collo al Comune il vento di campagna elettorale «anche se qui – dice Renzi – non c’entra la campagna elettorale, ma il bene di Firenze».
«ll progetto – spiega il senatore dal cuore di Palazzo Vecchio – non sta in piedi, non dal punto di vista architettonico, ma dal punto di vista economico. Oggi la situazione è andare allo scontro come propone il sindaco Nardella dicendo ‘faccio causa allo Stato’ o cercare un accordo. La causa Comune-Stato è una follia». Il riferimento è al ricorso al Tar contro il governo per il definanziamento dei 55 milioni dopo la gara per il restyling andata deserta. Per Renzi invece serve un accordo per il quale, il governo «è pronto, ve lo dico io. Ma bisogna che il sindaco chieda alla premier di vedersi». Il piano di Renzi (se fosse Nardella): far pressioni sul governo per chiedere un decreto che faccia cadere il vincolo sulle curve del Franchi e aprire la strada al progetto Casamonti del 2019, voluto da Commisso. Dirottando i 90 milioni di euro del Pnc su Firenze. Il vincolo per questi fondi è chiaro: servono per investimenti sulla cultura, non per spese correnti. «Mettiamoli – prosegue Renzi – per case popolari, cultura, sociale, scuole. Firenze deve recuperare quello che l’Europa e lo Stato si erano impegnati a dare. Ma Nardella deve smettere con l’idea di andare avanti». E sul mini-stadio al Padovani dove ospitare i viola durante i lavori, rincara la dose: «Fare variazione di bilancio per trovare altri soldi quando il progetto non starà mai in piedi, è una follia giuridica».
Poi l’assist alla sua pattuglia composta da Francesco Toccafondi, Massimo Mattei, Stefania Saccardi, Nicola Danti, le consigliere Mimma Dardano e Barbara Felleca. «Abbiamo l’occasione di chiudere la partita con un progetto bellissimo di Casamonti, pagato dalla Fiorentina, com’è bellissimo il Viola Park. Ma se a Bagno a Ripoli il sindaco Casini è riuscito a farlo, perché Nardella non può?». Il messaggio, a tutti: il leader di Italia Viva non mollerà sul Franchi. Lo stadio è la piazza vitale dove la premier Meloni e Firenze si potrebbero incontrare. E Renzi vuole essere della partita. Lo scrive La Nazione.
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