
Questo quello che scrive questa mattina Benedetto Ferrara sulle pagine de La Repubblica:
“Che fine ha fatto la squadra femminile, quella che aveva vinto lo scudetto e adesso galleggia nell’anonimato? E la Primavera? Mai stata così in basso negli ultimi decenni. Ci si può meravigliare della Fiorentina e dei suoi risultati imbarazzanti come le prestazioni? Eh no, tutto torna. È il progetto sportivo, bellezza, funziona così. Almeno da queste parti. E da un bel po’, tra l’altro. Dagli ultimi mediocri sussulti della precedente gestione. Cambiano uomini, allenatori, padroni e manager, ma il risultato no, quello resta più o meno lo stesso.
Certo, la scale elicoidali hanno le loro responsabilità, per non parlare dei giornalisti cattivi, dei politici insensibili, delle cavallette, delle alluvioni e di tutto quello a cui si appiglia John Belushi in Blues brothers davanti alla sua ex che lo vuole far fuori. Ormai siamo un film comico, che però, in questo caso, non fa ridere. Diciamocelo: il tifoso della Fiorentina sta scoprendo lo zen come l’arte del rifugio spirituale. Mai il calcio a Firenze ha vissuto una paralisi di gioco e di passione così violenta.
Tre allenatori in nemmeno due anni. Già questo spiega tutto. E poi, scusate: ma chi è che ha il potere dentro quello spogliatoio che sui social racconta di gente supermotivata, di frasi fatte dopate all’eccesso, di grande spirito di gruppo che poi fuori, una volta sul campo, finisce chissà dove. Banalità, comunicazione effimera buona per fare finta, almeno finché coi fatti non si tornerà a fare sul serio. Sia chiaro: una società con un diesse in uscita e un allenatore anche, non può essere una società credibile, soprattutto coi i suoi giocatori.
Se poi pure i tifosi sono costretti altrove, questa bolla di cloroformio diventa velenosa e chi decide alla fine sono i procuratori, e mica solo qui. Tanto che l’unica piccola luce in questo momento buio resta legata all’idea Sarri, un nome che costringerebbe la società a organizzarsi sul serio. Forse si tratta di una mezza illusione, ma di questi tempi vanno bene anche quelle, pur di tenersi attaccati a un sentimento impossibile da reprimere”
IL GIORNO DOPO LA SCONFITTA DI UDINE AL CENTRO SPORTIVO