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Richardson alla presentazione: “Venuto a Firenze per fare il salto di qualità. Sono un centrocampista box to box che sa fare entrambe le fasi”

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Richardson alla presentazione: “Venuto a Firenze per fare il salto di qualità. Sono un centrocampista box to box che sa fare entrambe le fasi”

Redazione

13 Agosto · 15:29

Aggiornamento: 13 Agosto 2024 · 15:36

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"Mi è piaciuto da subito il progetto e il suo modo di parlare e porsi nei miei confronti. La qualità dei giocatori è sicuramente stato un fattore, oltre che l'importanza del club stesso"

Oggi alle 14 è avvenuta, con una conferenza stampa, la presentazione ufficiale del neo acquisto della Fiorentina Amir Richardson. Il centrocampista franco/marocchino ha parlato ai microfoni del suo arrivo e ha risposto alle domande della stampa presente:

Amrabat lo conosci molto bene, volevo sapere se hai parlato con lui della Fiorentina e soprattutto se hai captato qualche segnale della sua permanenza a Firenze?

“Con Sofyan abbiamo parlato prima del mio arrivo e anche quando sono arrivato. Lui mi ha molto consigliato la squadra e mi ha detto che è un club meraviglioso, soprattutto per raggiungere buoni risultati. Per quanto riguarda la permanenza, dovrà decidere lui, non dovrò essere io a dirgli cosa deve fare, comunque mi ha parlato molto bene della Fiorentina”.

Cosa rappresenta per te la Fiorentina e l’approdo a Firenze in un nuovo campionato e in una nuova esperienza dopo quella francese?

Per me è importante aver raggiunto questa tappa. So che la Fiorentina è un grande club e so di dover dare tutto per questa maglia. Questa esperienza può solo farmi bene per la crescita, poi starà a me cercare di fare il meglio possibile per farmi notare dal mister. 

T’ispiri molto a Pogba, ci puoi spiegare le tue caratteristiche e chi sono i centrocampisti che si avvicinano di più al tuo modo di giocare?

Per me Pogba è un grande giocatore e di grande qualità. E’ un giocatore a cui m’ispiro molto. Penso di avere un profilo abbastanza simile. A livello fisico soprattutto mi sento molto simile a lui.

Qual’è il tuo obiettivo personale per questa stagione? Giocare il più possibile? Avere continuità di rendimento? o segnare qualche gol in più?

“Il mio obiettivo è stare il più a lungo possibile con il club e con la squadra. Non mi do nessun limite. Cercherò di essere il migliore in campo, con gol e prestazioni importanti”.

Cosa ti ha spinto a scegliere Firenze rispetto a tutte le altre possibili destinazioni?

“Ringrazio intanto il Direttore per l’arrivo a Firenze. Confermo che ci sono state diverse trattative. Mi è piaciuto da subito il progetto e il suo modo di parlare e porsi nei miei confronti. La qualità dei giocatori è sicuramente stato un altro fattore, oltre che l’importanza del club stesso. Per il mio percorso di crescita sono fondamentali anche tappe di questo genere. Se poi il club sarà quello che fa per me, farò del mio meglio per rimanere a lungo”.

La tua storia prevede un legame anche con l’Italia. Tuo padre ha giocato a basket in Italia con Bologna, Forlì e Livorno. A Firenze ha vinto anche una Coppa delle Coppe nel 90. Volevo sapere se ti avesse parlato dell’Italia e della sua esperienza nel nostro paese e soprattutto quali sono state le reazioni dei tuoi familiari alla firma del contratto?

“Mio padre mi ha parlato molto dell’Italia. Mi ha detto che è un bellissimo paese e che ci si è trovato veramente molto bene, ed io ho ascoltato i suoi consigli e ho deciso di fare questa nuova esperienza”.

Sei giovanissimo, ma ti puoi definire un centrocampista moderno che conosce sia la fase difensiva che quella offensiva? E poi una curiosità. Avendo un padre così famoso, nella Hall of Fame dell’NBA, ti è mai passato per la testa l’idea di giocare a basket?

“Sì, mi reputo un centrocampista che sa fare entrambe le fasi. So, sia attaccare che difendere e quindi penso di essere molto attivo in tutte le parti del terreno di gioco. Quando ero piccolo ho cominciato subito con il calcio. Mia madre mi ha iscritto fin da piccolo alla scuola calcio e mi sono subito appassionato a questo fantastico sport”. 

Quale fase preferisci tra le due. Attaccare o difendere?

Da parte mia preferisco attaccare anche se nel mio ruolo sono costretto a difendere. Per quello ho affermato che sono sia un pò uno e sia un pò l’altro.

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