
Dopo le polemiche degli ultimi due turni Gianluca Rocchi, che ormai ha abbondantemente capito quanto possa essere complicato fare il designatore arbitrale, sperava/pensava di aver portato a casa un weekend tranquillo. Invece nella coda di Halloween è diventato da paura, con Mourinho e i romanisti tutt’altro che stregati da Maresca.
Il capo degli arbitri non parla, almeno per ora, ma il suo pensiero filtra e la prestazione dell’arbitro è stata giudicata largamente insoddisfacente. Per l’atteggiamento e per la gestione dei cartellini, ma soprattutto per un rigore che non andava concesso. Il contrasto di Ibanez su Ibra era ampiamente nei limiti del lecito: il difensore affronta di spalla e lateralmente l’avversario e poi sposta nettamente il pallone. Chiaro errore? Per Rocchi a quanto pare sì, perché anche la chiamata dalla sala Var di Lissone da parte di Mazzoleni è stata giudicata legittima.
Non invece la conferma della decisione da parte di Maresca. Meno grave il contatto finale tra Pellegrini e Kjaer, che viene anticipato dall’avversario e lo tocca ma quasi contemporaneamente prende anche il pallone (rigore che si poteva dare o no, ma non episodio da Var). Questa insomma l’analisi che trapela, e le prossime designazioni di Maresca dovrebero confermarla.
Un periodo tutt’altro che tranquillo insomma per la categoria, con un paradosso molto visibile nelle ultime giornate: a steccare sono soprattutto gli arbitri più esperti, mentre i giovani, sempre più impiegati da Rocchi, danno risposte convincenti (vedi Marinelli in Verona-Juve e Sacchi in Inter-Udinese). Ma la crescita non può essere accelerata più di tanto e per gli arbitri, come per le squadre, il campionato non aspetta. Lo scrive Sky Sport
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