Il direttore Ivan Zazzaroni ha analizzato con l’ambiente romanista, soffermandosi sulle situazioni societarie che si sono verificate partendo dall’esonero di Daniele De Rossi fino ad arrivare a Ivan Juric, chiamato ad invertire la rotta a campionato in corso, ma non senza fatica. Queste le sue parole sulle pagine del Corriere dello Sport:
“Arrivo a Juric, che è sostanzialmente abbandonato a sé stesso: Ivan ha l’esperienza necessaria per affrontare tante situazioni, questa però è superiore alle sue forze, al suo coraggio, allo spirito di combattente, visto che è stato chiamato a sostituire uno dei romanisti più amati dalla piazza e che – attenzione – hanno fatto subito fuori chi l’aveva portato. Lina, appunto.
Il senso del vuoto dirigenziale lo si è avvertito anche durante la conferenza della vigilia di Elfsborg-Roma. «La squadra non voleva l’esonero di De Rossi» sono state le parole di Lorenzo Pellegrini. «Non sono uno da pagliacciate, ma sono abituato a dire la verità, sono successe anche altre cose per cui non è stata richiesta la mia verità. Ho tanta stima per De Rossi e il suo staff, sono un grande gruppo e ci stavano dando tanto. Adesso si va avanti perché la Roma è più importante di tutti noi, siamo stati fortunati a trovare un uomo (Juric, nda) che ha saputo cambiare il chip nelle nostre menti trasformando la tristezza del momento e far tornare le cose sulla giusta via».
Mai sentito, prima di una partita, un capitano esprimersi in quel modo nei confronti dell’allenatore cacciato al quale è subentrato chi in quel momento gli sedeva accanto. Pur comprendendo le ottime ragioni di Pellegrini, che non ha affatto contribuito al licenziamento di De Rossi e paga ingiustamente col dissenso dell’Olimpico, ho trovato imbarazzante la scena. Soprattutto per Juric e la società”.
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