
La Fiorentina chiudeva il girone di andata dello scorso anno a 32 punti in classifica, sopra la Lazio, a pari punti con la Roma, a meno 2 dalla Juventus, in piena lotta per il quarto posto. Era una squadra che divertiva, che giocava bene a calcio, che segnava e vinceva le partite con qualità e con risultati netti. Un anno dopo, il girone di andata di questo campionato, si chiude con un meno 9 in classifica. Cosa è cambiato?
Rispetto alla scorsa stagione c’è stata una prima differenza: la Fiorentina quest’anno ha giocato ogni 3 giorni. Non è la stessa cosa rispetto a giocare una volta a settimana e preparare per bene, nel dettaglio, ogni partita. Questo aspetto ha fatto perdere dei punti, per fare questo devi essere pronto e preparato.
La seconda differenza rispetto allo scorso anno sono gli errori arbitrali, lo scorso anno la Fiorentina non ha subito grandi torti nel girone di andata, quest’anno le partite contro Bologna, Inter e Milan gridano vendetta. Orsato che si perde il fallo su Quarta che porta al gol della vittoria della squadra di Thiago Motta, Valeri che non espelle Di Marco sul rigore e che non vede il fallo di Dzeko su Milenkovic che porta al 3-4, poi il Milan, con Sozza che si perde il rigore per il fatto su Ikonè sul punteggio di 1-1 e poi il fallo su Duncan che porta al gol vittoria del Milan.
Poi siamo all’aspetto tecnico, lo scorso anno, rispetto alla Fiorentina di questa stagione, in squadra c’erano Odriozola, Torreira, Nico Gonzalez e Vlahovic. L’argentino è ancora nella rosa viola ma praticamente non c’è mai stato in questo girone di andata a causa di alcuni infortuni. Non sono quattro mancanze da poco. E qui veniamo al mercato, Dòdò al posto di Odriozola, Mandragora al posto di Torreira e Cabral/Jovic al posto di Vlahovic rappresentano un vero e proprio passo indietro sotto tutti i punti di vista. Le scelte di mercato hanno smontato una squadra che andava fortissimo e che aveva ampi margini di crescita. Il tridente titolare in campo ieri, vale a dire Kouamè-Ikonè-Saponara non è un tridente all’altezza delle ambizioni. Manca qualità negli interpreti sia davanti che a centrocampo. Ad Amrabat va affiancato un giocatore che crei gioco e che cerchi spazi, che trova linee di passaggio, che detti i tempi.
Quando si perdono le partite e le cose non vanno bene la colpa è sempre di tutti, non può essere nessuno esente da responsabilità ma non può essere Vincenzo Italiano il colpevole di questo netto passo indietro. Se c’è qualcosa di cui il tecnico è responsabile, è stato quello di aver avallato le scelte sul mercato e non essersi imposto dopo tante scelte discutibili. Il problema non è mai chi va via ma chi viene preso per sostituire i partenti. Su questo la società ha commesso degli errori e Italiano non è stato bravo a imporsi per evitare certi errori.
LE PAROLE DI ITALIANO DOPO LA SCONFITTA IN CASA
Italiano amaro: “Abbiamo 9 punti in meno all’anno scorso perchè abbiamo meno qualità”