Il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, sul quotidiano, ha scritto queste parole per difendere Fagioli e la sua situazione:
“Minacciato da chi reclamava i soldi (milioni), due anni fa Nicoló Fagioli disperato, confidava a un amico (chat dall’inchiesta): «Se continua così starò sempre in panchina, ma perché è vero, non riesco più ad andare al campo felice… Ma io voglio chiudere tutto per la mia vita. E andare al campo sereno e diventare un giocatore vero, come posso diventarlo senza pensare più a questo errore enorme. Nicoló era ludopatico, ha pagato con la squalifica, si è curato e adesso insegue una riabilitazione totale. Sul campo e fuori. Io, che radierei il calciatore, l’allenatore, il dirigente, l’arbitro che scommette sul calcio, credo a Nicoló, che ho conosciuto. E gli auguro di riuscire a ritrovare il se stesso migliore. L’insorgenza della ludopatia – ho letto – può essere facilitata da diverse variabili, tra le quali l’aspetto genetico, biologico e ambientale.
Le vincite al gioco innescano un’alterazione nel funzionamento dei sistemi di gratificazione, coinvolgendo i principali neurotrasmettitori. La noradrenalina: crea una sensazione di eccitazione, ricerca del rischio e focalizza l’attenzione solo sul gioco; la serotonina: dà un senso di gioia e felicità che spinge il soggetto a continuare a giocare; la dopamina: regola i comportamenti legati alla ricompensa. Questi neurotrasmettitori si trasformano e alterano la percezione del gioco, portando il giocatore verso lo sviluppo della dipendenza, poiché l’individuo non riesce più a controllare l’impulso di gioco. Nico era malato. Ora è tutto nuovo”